di Antonio TroiseROMALiberismo addio: come previsto, è cominciata nel mondo l’era del protezionismo, con gli Usa che hanno sfoderato da ieri l’arma dei dazi. Le prime vittime della guerra commerciale dichiarata da Trump a due settimane dal suo insediamento alla Casa Bianca sono i "vicini di casa" del Canada, che dovranno pagare un’extratassa del 25% sui prodotti esportati negli Usa, e i cinesi, che sono stati colpiti in maniera molto più blanda: il 10%, un’imposta lontana dall’ipotesi del 60% fatta circolare all’indomani dell’elezione del neopresidente.
Ma Trump non si fermerà qui. E, nel mirino, c’è già la Ue che si prepara alle barricate. I dazi preoccupano, non poco, anche il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, che esorta Bruxelles a cambiare marcia e a mettere in campo "strumenti per difendere le produzioni in Europa e in Italia che rischiano di essere stritolate dalla concorrenza asiatica e americana". Sotto tiro soprattutto la transizione green con quella tassazione ambientale che si è rivelata un "clamoroso autogol per l’industria dell’automotive". Per ora, Bruxelles si muove con cautela: un portavoce della Commissione ha annunciato che "l’Ue resterà fedele ai suoi principi ma, se necessario, sarà pronta a difendere i propri interessi legittimi".
I dazi verso il Canada, partiti ufficialmente ieri, saranno articolati su due fasi. Nella prima saranno colpiti soprattutto acciaio, alluminio, rame, prodotti farmaceutici, medicine. Poi, dal 18 febbraio, anche microchip, gas e petrolio. In compenso, i canadesi potrebbero colpire, tanto per cominciare, il vino, la birra e gli alcolici degli Usa e le Tesla. Ma gli americani potrebbero avere anche una ulteriore sgradevole sorpresa: secondo uno studio dell’Università di Yale i dazi sui prodotti importati dal Canada e dalla Cina potrebbero costare circa 1.300 euro in più a famiglia. Secondo Trade Data Monitor nel 2023 le importazioni di beni Usa da Ue, Canada, Messico e Cina sono state di 1,9 trilioni di dollari, il 60% del totale.
"Gli americani capiranno", è convinto Trump secondo il quale la sua politica "renderà gli americani più ricchi". Per il Wall Street Journal si tratta della "guerra commerciale più stupida della storia" che, in ultima analisi, rallenterà l’economia americana. In un editoriale del board del giornale economico si critica in particolare l’imposizione di tariffe più alte per i vicini degli Stati Uniti rispetto a quelle contro la Cina. Il New York Times, invece, fa sapere che Elon Musk ha avuto pieno accesso ai sistemi del tesoro: potrà monitorare e limitare la spesa pubblica.
Ma quali potrebbero essere le conseguenze per l’Italia? C’è già stato un primo incontro fra il presidente dell’Ice, Matteo Zoppas, e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Sul tavolo i dati di uno studio Ocse che prevedono effetti sulle nostre esportazioni che varierebbero da 3,5 miliardi in caso di imposte pari al 10% fino a 10-12 miliardi per dazi del 20%.