Roma, 20 gennaio 2025 – L'Unione europea alla prova della maturità su un doppio banco: la politica estera e la coesione interna. A mettere a (dura) prova la posizione dell'Ue sullo scenario globale è il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca che rischia di diventare un grimaldello per rinfocolare tensioni interne e alimentare nuovi.
L'"America First", ripetuta come un mantra dal tycoon, secondo diversi analisti, rappresenta una minaccia per la coesione e la stabilità dell'Ue, con la messa in discussione delle fondamenta del multilateralismo, il rafforzamento dei movimenti di destra nel Continente e l'acuirsi delle tensioni geopolitiche.
L’effetto Trump in politica estera
Ma c'è di più. Il probabile disimpegno statunitense dalla guerra in Ucraina potrebbe lasciare l'Europa sola di fronte all'aggressività russa. Non a caso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante la sua partecipazione al vertice dei leader Ue, lo scorso dicembre, ha ammesso che senza gli Stati Uniti il sostegno europeo da solo non sarebbe sufficiente per respingere la Russia. A Bruxelles non viene ancora presa in considerazione l'ipotesi di doversi sostituire a Washington nel supporto economico e militare a Kiev nei prossimi mesi. E anche se l'Alta rappresentante per la Politica estera Kaja Kallas ha espresso la disponibilità a farlo, il segretario generale della Nato Mark Rutte ha più volte evidenziato come una vittoria della Russia sarebbe un messaggio di debolezza nei confronti di Pechino, Teheran e Pyongyang, e questo non può essere nell'interesse degli Stati Uniti.
Tenuta dell’Ue alla prova
L'altro banco di prova per l'Unio
n e europea si gioca sulla coesione interna. Finora la Commissione e il Consiglio europeo, guidati rispettivamente da Ursula von der Leyen e Antonio Costa, hanno evitato di entrare in rotta di collisione con la futura amministrazione americana, nonostante diversi solleciti a intervenire in particolare contro le affermazioni di Elon Musk, super consigliere di Trump, in affari interni della Germania e non solo. "Trump non è solo una sfida per la politica estera europea, ma un test per la sua coesione interna", sottolinea Fabian Zuleeg, economista dell'Epc. Nel panorama europeo, Trump trova alleati nel primo ministro ungherese Viktor Orban (che punta a diventare un interlocutore privilegiato del tycoon) e nella presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, e riscuote consenso anche dai rappresentanti dell'estrema destra: dall'Afd a Vox all'olandese Geert Wilders. In opposizione a questa corrente, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz si pongono come difensori del multilateralismo e di una maggiore autonomia strategica dell'Ue. Insomma un braccio di ferro che mette a repentaglio i già fragili equilibri interni all'Ue.Il rischio di nuovi dazi
Sul fronte economico, il primo impatto diretto del ritorno del tycoon alla Casa Bianca riguarderà i rapporti commerciali con l'Unione europea. In campagna elettorale Trump ha più volte minacciato l'introduzione di pesanti tariffe doganali contro i prodotti europei. La politica commerciale di Trump, focalizzata su dazi e misure protezionistiche, rischia di colpire duramente l'economia europea, già segnata dalla crisi energetica e dalle tensioni con la Cina. Settori chiave come l'automotive tedesco potrebbero subire gravi perdite, mentre l'afflusso di merci cinesi verso l'Europa potrebbe aggravare il problema della sovrapproduzione. Ma l'Europa non intende restare a guardare e sta già valutando strategie di mitigazione, come l'accelerazione delle iniziative per l'autonomia strategica e il rafforzamento della propria politica industriale. La Commissione europea presenterà a fine mese la Bussola della competitività elaborata sul rapporto di Mario Draghi che vuole affrontare proprio il gap economico – che va allargandosi – con Stati Uniti e Cina. Nel peggiore dei casi l'Ue potrebbe adottare misure difensive come dazi di ritorsione e incentivi per diversificare le proprie catene di approvvigionamento.
L’ipotesi destabilizzazione dei Balcani
Sul piano geopolitico, infine, l'influenza di Trump – secondo l'analisi dell'Epc – potrebbe destabilizzare ulteriormente i Balcani occidentali, una regione già fragile. Leader come Milorad Dodik, presidente della Republika Srpska, vedono nella nuova amministrazione americana un'opportunità per avanzare agende secessioniste. Allo stesso tempo, il possibile ritorno di un accordo di scambio territoriale tra Kosovo e Serbia rischia di riaccendere le tensioni etniche. Al momento sono tutte ipotesi di scenario, ma di certo il ritorno del tycoon alla Casa Bianca giocherà un ruolo di primissimo piano sullo scacchiere europeo. Resta solo da vedere con quali risultati.