Roma, 24 febbraio 2024 – Passi in avanti verso una tregua in Medio Oriente. Dopo i negoziati di ieri a Parigi "una bozza di accordo" è stata concordata tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco temporaneo a Gaza. Lo riferisce una fonte di Tel Aviv, citata da diversi media dello Stato ebraico. A Parigi erano presenti anche i capi delle intelligence di Stati Uniti, Egitto e Qatar. "Ci sono stati colloqui positivi, ci sono progressi significativi - ha sottolineato - Abbiamo una base su cui costruire un piano e i negoziati". Nel frattempo, Al Jazeera riferisce di nuovi raid israeliani su Rafah: ci sarebbero numerose vittime.
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Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno lanciato attacchi contro decine di obiettivi degli Houthi in Yemen. Lo riportano i media americani citando alcune fonti.
"Stiamo lavorando per ottenere un altro schema per il rilascio dei nostri ostaggi, nonché per completare l'eliminazione dei battaglioni di Hamas a Rafah". Lo ha detto Benyamin Netanyahu confermando che stasera Israele discuterà "i prossimi passi dei negoziati". Netanyahu ha aggiunto tuttavia che convocherà "all'inizio della settimana il gabinetto per approvare i piani operativi d'azione a Rafah, compresa l'evacuazione della popolazione civile da lì". "Solo una combinazione di pressione militare e negoziati risoluti porterà al rilascio dei nostri ostaggi, all'eliminazione di Hamas e al raggiungimento di tutti gli obiettivi".
Manifestazione davanti al quartier generale militare di Kirya a Tel Aviv per protestare contro il governo e per chiedere un accordo per la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas. Parte dei manifestanti chiedono anche elezioni anticipate, la destituzione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu o una soluzione diplomatica al conflitto israelo-palestinese.
Le Forza di difesa israeliane hanno annunciato la morte di un ufficiale negli ultimi scontri nel nord della Striscia di Gaza. Sale così a 238 - precisa l'Idf, citato dal Times of Israel - il bilancio dei militari morti dall'inizio dell'offensiva di terra nella Striscia.
In Israele, in serata si riunisce il gabinetto di guerra per discutere l'ipotesi di accordo con Hamas per la tregua e lo scambio degli ostaggi, ipotesi abbozzata nei negoziati di Parigi. Lo ha reso noto una fonte all'emittente Usa Nbc News. A Parigi, ha aggiunto la fonte diplomatica, "ci sono stati alcuni progressi, ma è ancora troppo presto per dire se porterà a una svolta". L'ipotesi di intesa con Hamas sarà presentata prima al gabinetto di guerra allargato e poi all'esecutivo. Secondo fonti ufficiose, il nuovo piano propone una pausa di sei settimane nel conflitto e il rilascio di 200-300 prigionieri palestinesi in cambio di 35-40 ostaggi detenuti da Hamas.
"Oggi mi sono vergognato di essere cittadino di Firenze di cui sono stato anche Consigliere comunale". Lo afferma in una nota il console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, Marco Carrai: "Ciò che questo pomeriggio è andato in scena a Palazzo Vecchio al convegno "Pace e Giustizia in Medio Oriente" è indegno. Mettere allo stesso pari uno Stato democratico e una organizzazione terroristica è la rottura del tetto di cristallo. In nome del pacifismo si distorce la storia".
"Siamo ancora lontani da un accordo ma Hamas ha abbandonato alcune sue richieste in seguito all'irrigidimento del premier Benyamin Netanyahu". Lo ha detto, citato dai media, un alto funzionario politico israeliano riferendosi all'andamento dei negoziati con Hamas sul rilascio degli ostaggi.
"È apartheid, non abbiate paura di dirlo. Il Sudafrica ci ha dato la parola, ma la realtà è incarnata da Israele per eccellenza". È quanto ha affermato la special rapporteur delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati Francesca Albanese intervenendo alla Conferenza internazionale "Pace e giustizia in Medio Oriente, focus Palestina", promossa dal Consiglio Comunale di Firenze. L'intervento è stato applaudito dalla platea. "So che non è perché ho detto qualcosa di intelligente - ha aggiunto - ma perché ho pronunciato la parola apartheid. Perché è apartheid"
Una fonte di Hamas ha riferito all'agenzia di stampa Afp che il nuovo piano in discussione propone una pausa di sei settimane nel conflitto e il rilascio di tra 200 e 300 prigionieri di sicurezza palestinesi in cambio di 35-40 ostaggi detenuti da Hamas. Numeri simili a quanto affermato dalla stampa saudita.
Hamas avrebbe "ammorbidito" alcune delle sue richieste per accettare l'accordo sul rilascio degli ostaggi in cambio della fine dei combattimenti. Lo sostiene il sito saudita Saudi A-Sharq, che cita fonti a conoscenza delle posizioni del gruppo, secondo cui Hamas avrebbe ridotto il numero di detenuti palestinesi di cui chiede la liberazione, non chiederebbe più il ritiro completo delle forze israeliane da Gaza e sarebbe disponibile ad accettare una tregua iniziale di sei settimane invece del cessate il fuoco. Il gruppo chiede però che Israele si ritiri dai principali centri abitati, permettendo agli sfollati di tornare a Gaza. Secondo la tv saudita Al-Haddad, Hamas vorrebbe il rilascio di 2-300 detenuti palestinesi in questa prima fase.
Una marea nera lunga 29 chilometri si è diffusa nelle acque del Mar Rosso dopo un attacco dei ribelli yemeniti Houthi contro una nave battente bandiera del Belize all`inizio di questo mese. Lo hanno annunciato le forze armate statunitensi avvertendo del pericolo di una fuoriuscita di fertilizzante dal carico della nave, scrive Associated Press. La Rubymar, una nave mercantile registrata in Gran Bretagna, è stata attaccata il 18 febbraio mentre navigava attraverso lo stretto di Bab el-Mandeb che collega il Mar Rosso e il Golfo di Aden, ha detto il comando centrale degli Stati Uniti. L'imbarcazione stava trasportando più di 41.000 tonnellate di fertilizzanti, ha affermato il Centcom in una nota. La nave ha subito danni significativi, che hanno portato alla chiazza di petrolio, si legge nella dichiarazione del Comando Usa che avverte anche che il carico della nave "potrebbe riversarsi nel Mar Rosso e peggiorare questo disastro ambientale". "Gli Houthi continuano a dimostrare disprezzo per l'impatto regionale dei loro attacchi indiscriminati, minacciando l'industria della pesca, le comunità costiere e le importazioni di forniture alimentari", si legge.
"Progressi significativi" in vista di un accordo sul rilascio degli ostaggi israeliani e un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: lo hanno riferito "fonti informate" citate dal quotidiano Haaretz. Un diplomatico sentito sempre da Haaretz avrebbe poi detto che "tutte le parti stanno mostrando flessibilità e un accordo può essere raggiunto prima del Ramadan", mese sacro dell'islam, al via quest'anno il 10 marzo.
Al Jazeera segnala sulla sua diretta un raid aereo israeliano che ha colpito Rafah causando numerose vittime, almeno sette morti, e danni. I testimoni parlano di corpi distesi per strada, in una zona trafficata che porta a un mercato. E ci sono diversi feriti. Secondo l'emittente è stata presa di mira una casa nelle vicinanze di al-Dakhiliyah nel quartiere di al-Geneina, nel sud di Rafah.
I colloqui "sono stati molto buoni" e sono stati compiuti "significativi progressi", ora sta a Hamas decidere. Lo hanno fatto sapere, citate da Haaretz, fonti vicine ai negoziati sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi a Parigi tra la delegazione israeliana e rappresentanti Usa, tra cui il direttore della Cia William Burns, del Qatar e dell'Egitto. Secondo le fonti ora sarà presentato ad Hamas un quadro aggiornato per il potenziale accordo. Una fonte diplomatica ha poi spiegato ad Haaretz che "un accordo può essere raggiunto prima di Ramadan". "Qualsiasi ulteriore progresso - ha aggiunto - è nelle mani di Hamas".