Roma, 4 giugno 2024 - Gli Stati Uniti hanno annunciato un piano per una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu a sostegno del cessate il fuoco a Gaza. Israele avrebbe inviato una propria delegazione al Cairo, dove si stanno tenendo i negoziati. Il Qatar, parte delle forze mediatrici, è in attesa di risposte chiare da entrambe le parti.
Secondo il quotidiano Al Akhbar, affiliato a Hezbollah, il governo libanese sarebbe stato allertato da diversi canali diplomatici circa un potenziale attacco da parte di Israele che potrebbe avere luogo nei prossimi giorni.
Le “operazioni specifiche” da parte delle forze israeliane stanno continuando, anche a Rafah: colpita anche una scuola dell’Unrwa ritenuta un “compound di Hamas”. Nelle ultime 24 ore colpiti circa 65 obiettivi.
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Una delegazione egiziana incontrerà il 5 giugno le controparti del Qatar e degli Stati Uniti a Doha nel tentativo di rilanciare i negoziati sulla tregua con Gaza. Lo hanno riferito la Tv di stato egiziana e il canale televisivo Al-Qahera News citando fonti. I due canali sono stati rilanciati dai media internazionali tra cui Al-Arabyia.
La Slovenia ha riconosciuto la Palestina come Stato sovrano e indipendente, al termine di una maratona parlamentare fra colpi di scena, decisioni annunciate e poi ritirate da parte dell’opposizione, in una atmosfera di grande confusione. I voti a favore sono stati 52.
Il Ministero della Difesa israeliano ha firmato un accordo con l’Amministrazione Biden per l’acquisto di 25 caccia F-35 per un valore di tre miliardi di dollari: lo ha reso noto il governo dello Stato ebraico. Il contratto fa parte dello stanziamento annuale a favore di Israele; i caccia sono dotati di tecnologia “Stealth” e le consegne dovrebbero iniziare a partire dal 2028.
Per Hamas non è possibile accettare un accordo che non garantisca una posizione chiara da parte di Israele sul cessate il fuoco permanente e che non preveda un ritiro completo delle Forze di difesa israeliane (Idf) dalla Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato un alto funzionario di Hamas in Libano, Osama Hamdan, sottolineando che "non ci sarà un accordo con Israele sullo scambio di prigionieri’’ se l’Idf non ferma la guerra. "Abbiamo chiesto ai mediatori di ottenere una chiara posizione israeliana per un cessate il fuoco permanente e un ritiro completo da Gaza’’, ha dichiarato Hamdan in una conferenza stampa a Beirut. "L’occupazione vuole solo raggiungere una fase in cui riavere i prigionieri e poi riprendere la guerra. Senza una posizione chiara da parte di Israele riguardo ai preparativi per un cessate il fuoco permanente e il ritiro da Gaza, non ci sarà alcun accordo. Noi attendono una posizione chiara da parte di Israele riguardo ad un cessate il fuoco permanente. E il ritiro da Gaza’’, ha ribadito.
“Ci stiamo avvicinando al punto in cui devono essere prese decisioni. L’esercito è pronto per una guerra in Libano”. Lo ha detto, citato dai media, il capo di stato maggiore dell’Idf Herzi Halevi in visita al fronte nord. “Attacchiamo qui da otto mesi e Hezbollah - ha aggiunto - sta pagando un prezzo molto, molto alto”.
Il primo ministro olandese Mark Rutte ha chiesto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di "mettere fine all’offensiva militare a Rafah’’, nel sud della Striscia di Gaza, rispettando l’ordine della Corte internazionale di giustizia (Cig). Nel corso di un colloquio telefonico con il premier israeliano, Rutte ha anche sottolineato la "necessità assoluta di un cessate il fuoco immediato per Gaza’’ per "andare avanti verso una pace duratura’’. Come spiegato su ‘X’, Rutte ha detto che "l’Olanda chiede a Hamas di accettare la proposta Biden’’ perché "accettare questo accordo significherebbe che gli ostaggi verranno rilasciati e che gli aiuti umanitari potranno raggiungere la popolazione sofferente di Gaza’’.
"Gaza deve essere parte integrante di un futuro Stato palestinese e un'Autorità Palestinese riformata e rafforzata, con l'aiuto della comunità internazionale, deve garantirne la governance". Così il presidente francese Emmanuel Macron duranta un colloquio telefonico con Netanyahu.
Un esponente importante di Hamas, Abu Zuhri, ha fatto sapere che il gruppo ritiene inopportune le richieste arrivate dall'Occidente per accettare la bozza per il cessate il fuoco, specie considerando che non sarebbero i palestinesi "a ostacolare l'accordo". "Israele non è serio e sta ancora manovrando sotto la copertura degli Stati Uniti", ha concluso il portavoce.
"Ci sono tutte le ragioni per trarre questa conclusione". Risponde così Joe Biden a chi gli chiede se Netanyahu stia prolungando il conflitto per motivi politici, nella sua intervista a Time. Nella stessa, il presidente Usa ha sottolineato che non c'è certezza su possibili crimini di guerra a Gaza da parte delle forze israeliane.
Continuano le operazioni a Gaza da parte dell'esercito israeliano: nell'ultimo giorno sono stati colpiti circa 65 obiettivi. In base alle informazioni dell'intelligence, la scorsa notte un drone "ha colpito in modo mirato un compound di Hamas all'interno di una scuola dell'Unrwa" situata nella parte centrale di Gaza. A dirlo è stato un portavoce militare israeliano, secondo il quale "il raid è stato condotto con munizioni mirate per mitigare ogni danno ai civili nell'area". Anche Rafah al centro di "operazioni specifiche": nelle ultime 24 ore sarebbero stati localizzati "imbocchi di significati tunnel del terrore e numerose armi". Uno degli attacchi ha ucciso 8 poliziotti palestinesi.
Secondo fonti egiziane, una delegazione israeliana dovrebbe arrivare al Cairo nelle prossime ore per rendere nota la posizione di Israele sull'ultima proposta di cessate il fuoco, contenente l'accordo per la liberazione degli ostaggi. Viene riportato che l'accordo potrebbe entrare in vigore all'inizio della prossima settimana, alla luce delle pressioni americane su Israele e degli sforzi diplomatici regionali. I mediatori del Qatar fanno sapere che "i principi contenuti nel discorso del presidente americano Joe Biden avvicinano le richieste di tutte le parti", ma si attendono ancora risposte chiare sia da Tel Aviv che da Gaza.
Fonti di Hamas riferiscono ad Al-Mayadeen di non aver inviato alcuna delegazione al Cairo per i negoziati sulla proposta di accordo su Gaza. Dall'intervista rilasciata all'emittente vicina ad Hezbollah emerge che il gruppo palestinese non sarebbe intenzionato a ricominciare da zero, preferendo piuttosto l'approvazione da parte di Israele del documento precedente. La proposta di Biden non sarebbe stata approvata neanche da Tel Aviv.
In un comunicato, i leader del Gruppo dei Sette hanno annunciato di sostenere la bozza per il cessate il fuoco presentata dal presidente Biden, che prevede "il rilascio di tutti gli ostaggi, un forte e significativo aumento dell'assistenza umanitaria da distribuire a Gaza e una fine duratura della crisi, assicurando gli interessi di sicurezza di Israele e la sicurezza dei civili" palestinesi. "Riaffermiamo il nostro sostegno a un percorso credibile verso la pace che conduca a una soluzione dei due Stati", conclude la nota.
Le autorità israeliane ritengono che un terzo degli ostaggi portati da Hamas a Gaza sia morto. Finora, diversi corpi di cittadini israeliani sono stati ritrovati dalle truppe di Tel Aviv operanti nella Striscia e alcune decine di prigionieri sono state liberati durante la tregua a novembre. Resterebbero pertanto 120 ostaggi, 43 dei quali sono stati dichiarati morti sulla base di varie fonti di informazione. La stessa Hamas ha confermato che diversi prigionieri sono stati uccisi nei raid israeliani o sono morti a causa delle ferite non curate per l'assenza di assistenza sanitaria a Gaza. La liberazione dei 120 rapiti è parte della bozza di accordo presentata da Biden.
Stando al quotidiano Al Akhbar, affiliato a Hezbollah, il governo libanese sarebbe stato allertato su un eventuale attacco da parte di Israele che potrebbe avere luogo nei prossimi giorni, entro la metà di giugno. Beirut avrebbe ottenuto queste informazioni attraverso canali diplomatici, in primo luogo dal Regno Unito.
L'Alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk, ha affermato che la morte di più di 500 palestinesi in Cisgiordania dal 7 ottobre sia "inconcepibile". "Come se non bastassero i tragici eventi degli ultimi otto mesi in Israele e poi a Gaza, anche la popolazione della Cisgiordania occupata è sottoposta giorno dopo giorno a uno spargimento di sangue senza precedenti", ha spiegato in un comunicato.
"Il Monte del Tempio (Spianta delle Moschee, ndr) e Gerusalemme sono nostri. Dobbiamo colpirli dove è più importante per loro". Lo ha detto il leader della destra radicale - e ministro della sicurezza nazionale - Itamar ben Gvir alla vigilia del 'Jerusalem Day', la festa con cui Israele celebra la riunificazione della città nella Guerra dei 6 giorni del 1967. In questa occasione si svolgerà una 'Marcia delle Bandiere' dalla Porta di Damasco della Città Vecchia dove comincia il quartiere arabo. "Marceremo verso la Porta di Damasco e - ha detto alla Radio militare - andremo al Monte del Tempio nonostante loro".
L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che tre persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in un bombardamento aereo israeliano che stamattina ha colpito una casa nel quartiere Daraj della città di Gaza. Il bilancio delle vittime nella Striscia dal 7 ottobre è di almeno 36.479 palestinesi morti e 82.777 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale gestito dal movimento islamista Hamas.