Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Raccolse fondi per il Covid, bufera sugli eredi: si sono arricchiti sfruttando il suo nome

Il centenario Tom Moore donò 38 milioni di sterline al servizio sanitario britannico, venendo persino premiato dalla regina Elisabetta II. Morì nel 2021 proprio per il virus

Thomas Moore, Captain Tom (Ansa)

Il capitano Thomas Moore raccolse 38 milioni di sterline per l'Nhs britannico (Ansa)

Londra, 21 novembre 2024 – Come dimenticare il veterano britannico Thomas ‘Tom’ Moore, che alla veneranda età di 100 anni ha deciso di raccogliere fondi per aiutare il servizio sanitario del suo Paese a contrastare la pandemia di Covid 19? E non si tratta nemmeno di spiccioli: l’anziano era riuscito a donare ben 38,9 milioni di sterline (quasi 46 milioni di euro), attirando l’attenzione degli internauti e potenziali donatori camminando avanti e indietro sulla via di casa, nonostante le difficoltà deambulatorie. Moore è morto, beffa del destino, proprio di Covid l’anno successivo, non prima di essere premiato dalla regina Elisabetta II per il suo contributo.

Ma ora la sua memoria potrebbe subire un contraccolpo, e non per colpa sua. Bbc News racconta che sua figlia, Hannah Ingram-Moore, avrebbe ‘sfruttato’ l’immagine di suo padre pubblicando libri sulla sua vita, ma senza seguirne l’esempio ‘altruistico’, incassando 1,4 milioni di sterline (circa 1,5 milioni di euro) senza donare nemmeno un penny in beneficenza. 

La Charity Commission del governo britannico ha dichiarato in un rapporto che Ingram-Moore e il marito – che si sono fatti carico della ‘Captain Tom Foundation’ fondata dal centenario dopo la sua morte – hanno adottato beneficiato personalmente della stessa, rendendo le persone “comprensibilmente fuorviate”. La commissione ha sottolineato che i 38 milioni donati da Moore non rientrano nell’indagine in questione, in quanto tutti donati regolarmente al servizio sanitario.

“Il pubblico e la legge si aspettano che coloro che sono coinvolti in enti di beneficenza facciano una distinzione inequivocabile tra i loro interessi personali e quelli della loro fondazione – ha dichiarato il direttore esecutivo della Charity Commission – e dei beneficiari che sono lì per servire”. Cosa che non sarebbe successa. Tuttavia, la commissione ha constatato che il comportamento degli eredi di Moore non rappresenta un crimine. 

La famiglia Ingram-Moore ha fatto sapere di sentirsi trattata “ingiustamente”, sottolineando che pur esistendo ancora, la Fondazione ereditata da papà Tom non raccoglie più fondi da ormai diverso tempo.