Roma, 26 giugno 2023 – Voleva risolvere il cubo di Rubik negli abissi dell’Atlantico, accanto al relitto del Titanic che lo ossessionava. Il Titan rappresentava anche questo per Suleman Dawood, 19 anni, tra le 5 vittime rimaste uccise nell’implosione del sommergibile di Oceangate Expeditions, impegnato dal 2021 in spedizioni verso il relitto più famoso del mondo.
Suleman era con il padre, Shahzada Dawood. Ed è stata la moglie del miliardario di origine pakistana Christine a rivelare questi dettagli in un’intervista alla Bbc.
“Ho fatto un passo indietro e ho lasciato spazio a Suleman, perché voleva veramente andare. Ero veramente felice per entrambi perché era qualcosa che volevano da molto tempo”, ha raccontato Christine Dawood.
La donna, di origini tedesche, ha spiegato che lei e il marito avevano prenotato due posti tempo fa ma la missione era stata annullata a causa dell’epidemia di Covid. Quando l’occasione si era ripresentata, aveva deciso di dare il suo posto al figlio, ossessionato dal Titanic fin da quando aveva costruito un modellino Lego di 10mila pezzi del transatlantico affondato nel 1912. Il 19enne aveva anche intenzione di diventare la prima persona a risolvere il cubo di Rubik negli abissi dell’Atlantico.
Christine, insieme alla figlia 17enne Alina, si trovava sulla nave di appoggio della spedizione, la Polar Prince, e aveva salutato il marito e il figlio, entusiasti per la missione, prima dell’ingresso nel sommergibile. Dopo che il Titan aveva perso i contatti, aveva mantenuto la “speranza” ma, passate 96 ore e finito l’ossigeno, si era preparata al peggio.
Ora proprio la Polar Prince è al centro delle indagini sulla tragedia. In particolare gli investigatori stanno cercando di ricostruire le comunicazioni tra il sommergibile e la nave di appoggio.