Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Il mistero del Titan, presunti resti umani fra i rottami del sottomarino

I reperti trasportati dal Canada agli Stati Uniti. Le analisi chiariranno la loro natura

Boston, briefing della Guardia costiera statunitense sul Titan (Afp)

Boston, briefing della Guardia costiera statunitense sul Titan (Afp)

Saint John's (Canada), 29 giugno 2023 – Ci sarebbero anche resti umani fra il materiale del Titan recuperato dai fondali dell’Atlantico. Lo fa sapere la Guardia Costiera degli Stati Uniti che trasporterà i rottami del sommergibile in un porto degli Usa. I cinque passeggeri a bordo del sottomarino sarebbero morti sul colpo, nell’implosione del mezzo che non avrebbe retto alla pressione dell’acqua. Il Titan si era immerso il 18 giugno scorso per osservare da vicino il relitto del Titanic, sarebbe dovuto riaffiorare dopo 7 ore ma dopo appena due ore ha smesso di mandare segnali. 

Boston, briefing della Guardia costiera statunitense sul Titan (Afp)
Boston, briefing della Guardia costiera statunitense sul Titan (Afp)

Diversi pezzi di detriti sono stati trovati sul fondo del mare a circa 500 metri dai resti del Titanic ad una profondità di quasi 4.000 metri nel Nord Atlantico. Ieri mattina sono stati issati in superficie tramite un robot sottomarino in grado di scansionare il fondo dell’Oceano e trasportati sull’isola canadese di Terranova. “Un'operazione estremamente rischiosa, sia per il robot, sia per l'equipaggio che ha lavorato 24 ore su 24 praticamente senza dormire per tutta la durata dell'operazione”, ha spiegato la Guardia costiera canadese che ha gestito il tutto.

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Che cosa sia accaduto davvero a bordo del Titan lo stabiliranno due inchieste, una americana e una canadese. “C'è ancora molto lavoro da fare per comprendere i fattori che hanno portato alla catastrofica perdita e garantire che una tragedia simile non si ripeta”, ha dichiarato Jason Neubauer, presidente del Marine Board of Investigation. Tra i reperti recuperati sono emersi anche dei “presunti resti umani”. L’analisi del materiale – che accerterà la sua natura – contribuirà a far luce su quanto successo a migliaia di metri sotto la superficie del mare.