New York, 18 settembre 2020. E alla fine la mannaia è calata. Donald Trump ha annunciato che da domenica WeChat e TikTok verranno cancellate dai negozi di app americani. In parole povere non sarà più possibile scaricare o aggiornare questi programmi dai siti ufficiali di Google, Apple e altri provider. Per i due software di proprietà cinese che in America vengono utilizzati da più di 100 milioni di persone si tratta di una mazzata tremenda.
I divieti
Nel caso di WeChat, una sorta di WhatsApp con più funzioni, le restrizioni saranno ancora più stringenti: saranno vietati il trasferimento di denaro e le operazioni di pagamento. Come se non bastasse, sarà impedito a qualunque azienda che opera negli Usa di offrire servizi di hosting (affitto dello spazio necessario per pubblicare sul web), peering (interconnessione tra reti di provider diversi), distribuzione di contenuti e transito internet a WeChat. Sarà anche illegale utilizzare pezzi del codice della app di messaggistica cinese all'interno di software distribuito negli Usa. Per capirsi, da domenica sarà impossibile utilizzare WeChat. Gli stessi divieti entreranno in vigore per TikTok a partire dal 12 novembre. Un ritardo di tre settimane giustificato dal fatto che il social network potrebbe passare nelle mani della società americana Oracle. Il presidente ha chiarito che se verranno risolti i problemi di sicurezza, il divieto verrà cancellato. Fino al 12 novembre non sarà possibile aggiornare TikTok, ma sarà possibile usarlo.
I motivi
Che prima o poi si sarebbe arrivati al redde rationem era chiaro a tutti. Il 6 agosto il presidente aveva firmato un ordine esecutivo in cui si accusava le due popolari app cinesi di raccogliere i dati degli utenti americani per renderli disponibili a Pechino. TikTok e WeChat hanno sempre negato qualunque uso malevolo dei loro software. Ma il segretario al Commercio, Wilbur Ross, non la pensa così: “Queste app – ha spiegato annunciando i divieti - raccolgono dati sui vostri spostamenti, su quello che guardate in streaming, su quali sono le vostre preferenze, quello di cui state parlando. Ogni bit delle vostre abitudini diventa disponibile a chi vi guarda dalla Cina. È questo che stiamo cercando di bloccare”
L'ira della Silicon Valley
Le app cinesi, secondo il New York Times, potrebbero però trovare alleati insperati. Negli scorsi mesi Google, Apple e i principali gestori di app store hanno fatto capire che potrebbero citare in giudizio l'amministrazione Trump per violazione del primo emendamento (quello che garantisce libertà di parola) in caso di divieti come quelli che scatteranno domenica. I colossi del web preferirebbero un processo politico più approfondito prima di procedere con regole draconiane.
Cosa succede in Italia
Per gli utenti italiani che usano questi due popolari social, non accadrà quasi nulla. Da domenica, sarà impossibile chattare con i contatti su WeChat che vivono negli Usa, mentre per quanto riguarda TikTok tutto procederà come ora. Se al 12 novembre il social network non sarà passato di mano, i profili americani smetteranno di produrre contenuti e non potranno più rispndere ai messaggi inviati (che non verranno nemmeno letti). Lo scorso gennaio, il nostro garante per la privacy – insieme ad altri membri del Parlamento Ue - aveva chiesto al Comitato europeo per la protezione dei dati personali di attivare una specifica task force per analizzare le eventuali minacce del software cinese. L'indagine è ancora in corso.