Mae Sai (Thailandia), 9 luglio 2018 - Entrare nel tunnel, arrivare fino alla fine, scrivere il proprio nome sulla parete di una grotta e tornare immediatamente indietro. Potrebbe essere nato da un rito di iniziazione innocente, il terribile incubo dei 12 bambini intrappolati con il loro allenatore in una grotta in Thailandia, dal 23 giugno. E' quello che sostiene, come riportano i media americani, Ben Reymenants (che l'ha dichiarato a Sky News), un sommozzatore belga che gestisce una scuola di immersioni a Phuket.
Thailandia, il miracolo dei bambini salvati nella grotta. Il racconto ora per ora - di Paco Misale
Si tratta di un'ipotesi non ancora confermata ma, secondo Reymenants - che faceva parte di una squadra di soccorso che ha raggiunto i giocatori di calcio all'interno della rete di tane di Tham Luang, lunedì scorso -, i ragazzi sono entrati nel complesso delle grotte, nella provincia di Chiang Rai, proprio per portare a termine questa sorta di rito locale, di sfida, lasciando fuori zaini e scarpe per entrare e uscire il più velocemente possibile. Le cose, però, non sarebbero andate secondo i piani e un'inondazione improvvisa, causata dalle pesanti piogge monsoniche, altrettanto impreviste, li ha rinchiusi nella caverna con solo una torcia che, ovviamente, si è esaurita in fretta. Finora la versione più diffusa dell'accaduto era quella che la squadra si fosse rifugiata nelle grotte per sfuggire alle piogge ma i canali principali di passaggio all'esterno si sarebbero allagati e riempiti di fango. Ma cosa è successo davvero in quel fatidico giorno?
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Quello che si sa per certo è che il 23 giugno la squadra di calcio dei 'Cinghiali', che disputa tornei provinciali, è andata ad allenarsi nella provincia di Chang Rai. I ragazzi e il loro coach si spostavano a bordo della loro bicicletta. Finito l'allenamento, sono entrati nel tunnel che porta alle grotte di Tham Luang e sono rimasti intrappolati a causa del rigonfiamento di un torrente sotterraneo. Una delle mamme dei ragazzi, preoccupata per il ritardo del figlio, ha dato l'allarme. Poco dopo, le biciclette e le scarpe da calcio dei giovani sono state ritrovate all'ingresso della cavità. Ben presto, fortunatamente, si è appreso che i ragazzi erano vivi e si erano rifugiati in una sorta di camera all'interno del cunicolo di grotte, con il problema del cibo, dell'acqua e dell'ossigeno che tendeva ad esaurirsi. Nel fine settimana sono iniziate le operazioni di recupero dei giocatori. Il mondo continua a rimanere con il fiato sospeso, in attesa che tutti i 12 ragazzini e il loro allenatore 25enne tornino a casa sani e salvi. Ora restano solo quattro membri del team nella caverna: l'incubo è quasi finito.