Roma, 3 aprile 2024 – Terremoto a Taiwan, che cosa ci dobbiamo aspettare? “E’ un sisma di subduzione”, premette al telefono con Qn.net Carlo Meletti, sismologo dell’Ingv, che ha stimato la magnitudo in 7.3. E chiarisce: “Vuol dire che una placca sprofonda al di sotto di un’altra. In particolare a Taiwan quella euroasiatica si infila sotto la pacifica, nel Giappone invece accade l’opposto. In tempi molto lunghi, valutabili in milioni di anni, arriveremo alla formazione di catene montuose”.
Velocità di avvicinamento tra placche: la stima
“Tutta l’area del Pacifico – prosegue Meletti – è interessata da questo fenomeno di convergenza tra placche. La velocità di avvicinamento tra placche è molto importante ed è stimata in 7-8 centimetri all’anno. Per dare un termine di paragone: sull’Appennino si parla di millimetri”.
Clicca qui se vuoi iscriverti al canale WhatsApp di Qn
Che cosa dobbiamo aspettarci
La velocità di avvicinamento “si misura grazie al Gps, che garantisce risultati molto precisi. Questi valori sono direttamente legati a ciò ciò che accade a grandi profondità. Quindi parliamo di un accumulo di energia molto forte che si libera provocando terremoti di magnitudo molto elevata”.
Le serie storiche dei terremoti
I valori di oggi rientrano nelle serie storiche di quest’area. "I terremoti più forti – ricorda Meletti – si sono verificati nel 1910, quando si raggiunge magnitudo 8.1, e nel 1999, con magnitudo 7.7. Questo è l’ordine di grandezza e questo ci dobbiamo attendere anche in futuro. Gli eventi in questa parte del mondo sono molto ravvicinati, l’ultimo risale ad ‘appena’ 25 anni fa”. Anche se il più grave terremoto di sempre “si è verificato in Cile, nel 1960, con magnitudo 9.5. Subito dopo viene quello del Giappone del 2011, con 9.1”.
Che cosa ha provocato sull’Oceano
E quali sono state le conseguenze sull’Oceano? “C’è stato uno tsunami, per quanto piccolo, con onde di un metro e mezzo-due metri. Ricordiamoci che questo terremoto ha avuto come epicentro il mare, con una profondità tra i 13 e i 15 chilometri. Un sisma così forte ‘rompe’ fino in fondo al mare, questo movimento verso l’alto ha messo in moto una colonna d’acqua che ha provocato lo tsunami”.