Taipei (Taiwan), 4 aprile 2024 – Il bilancio provvisorio è di nove morti, 70 operai intrappolati in una miniera di carbone e oltre mille feriti. Ma, per la forza del terremoto che ha colpito Taiwan sulla costa orientale di Hualien, molti pensano già al miracolo. L’isola ribelle di Pechino, che è stata martellata da una scossa lunghissima di 7,4 punti della scala Richter, è sotto choc. Tuttavia i palazzi si sono piegati, non sgretolati. La prevenzione, legata anche a costruzioni antisismiche, ha impedito che il bilancio delle vittime diventasse devastante. Il grattacielo dei record, il Taipei 101, si è salvato grazie a una maxisfera, che agisce da pendolo per bilanciare le scosse, posta tra l’87esimo e il 92esimo piano dell’edificio e frutto del lavoro di un’impresa padovana.
Dagli Usa all’India, dalla Cina a Mosca, il mondo si sta mobilitando per portare soccorsi. Le autorità di Taiwan però sono esitanti ad accettare i soccorsi di Pechino, perché temono che, data la forte tensione tra il governo di Taipei e quello di Xi Jinping, i cinesi della terraferma, che hanno minacciato più volte l’annessione con la forza dell’isola ribelle, possano approfittarne per guadagnare il controllo dei centri nevralgici ed economici del Paese. Lo stesso che spera un giorno di diventare indipendente e non venir soggiogato dal regime comunista. Non a caso, il presidente cinese Xi Jinping tende la mano ai "compatrioti" di Taiwan, colpiti dal violento terremoto, ma intanto circonda l’isola di jet e navi militari.
Dal canto suo la leader della provincia ribelle Tsai Ing-wen ringrazia per il sostegno "alleati e amici" del mondo libero, come a voler ostentare che Taipei non è sola. Le preoccupazioni di Taiwan sono legate anche all’industria dei chip più avanzati che costituisce il vero motore produttivo dell’intero Paese e il punto più alto dell’orgoglio nazionale. A causa del sisma, la Taiwan semiconductor manufacturing Co (Tsmc) , il più grande produttore mondiale di chip avanzati, ha fermato i macchinari ed ha evacuato il personale. E la Borsa di Taipei ha accusato il colpo, chiudendo a -0,63%. Il presidente Tsai Ing-wen, attraverso i suoi uffici, ha poi informato la popolazione di avere dispiegato l’esercito per mantenere l’ordine ed evitare potenziali saccheggi. A Taipei la metropolitana è stata bloccata per precauzione cosi come le linee ferroviarie dei treni superveloci.
La scossa è considerata la più forte degli ultimi 25 anni e avrebbe creato danni ad oltre 100 edifici. Adesso si temono però le scosse di assestamento che potrebbero aggravare notevolmente le strutture dei palazzi rimasti in piedi. Le acque, che circondano l’isola, teatro di muscolari pattugliamenti sia dei cinesi che degli americani rischiano costantemente l’incidente militare sul confine delle navigazioni territoriali.
Al telefono per quasi un’ora il presidente americano Biden e quello cinese Xi, che non si sentivano dal summit di novembre in California, l’altro giorno hanno affrontato la scottante questione di Taiwan nel loro colloquio ribadendo per parte cinese il mantenimento della status quo, che parla a livello internazionale di ’Un Paese a due sistemi’. Ma i taiwanesi osservando la morsa sempre più forte che Pechino sta esercitando su Hong Kong sono in stato di costante allerta perché temono di fare negli anni la stessa fine.
Taiwan non si è ancora espressa sull’offerta di aiuto cinese, tuttavia il ministero della Difesa ha riferito di aver rilevato 30 aerei e 9 navi da guerra di Pechino intorno all’isola nelle ultime ore. Un’improvvisa accettazione di aiuti cinesi diretti, consegnati insomma da personale di Pechino, verrebbe visto in queste ore come una ferita auto inflitta o un pericoloso cavallo di Troia.