Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Telegram, il ceo Pavel Durov resta sotto custodia. Macron: “L’arresto non è un atto politico”

L’imprenditore è accusato di mancata collaborazione. La piattaforma di messaggistica: rispettiamo le leggi dell'Ue, incluso il Digital Services Act

Parigi, 26 agosto 2024 – Mancata collaborazione. È questa l'accusa mossa a Pavel Durov, il Ceo di Telegram arrestato sabato sera appena atterrato all'aeroporto Le Bourget fuori Parigi con un jet privato proveniente da Baku, in Azerbaigian. Da quanto spiegato da un portavoce della polizia francese è accusato di essere stato passivo e non aver collaborato in merito ai crimini informatici e finanziari commessi sulla sua piattaforma di messaggistica. Durov resta dunque sotto custodia, mentre Telegram stessa – su X – ha fatto sapere di "rispettare le leggi dell'Ue, incluso il Digital Services Act: la sua moderazione rispetta gli standard del settore ed è in continuo miglioramento". "È assurdo affermare che una piattaforma o il suo proprietario siano responsabili dell'abuso di tale piattaforma. Quasi un miliardo di utenti in tutto il mondo utilizza Telegram come mezzo di comunicazione e come fonte di informazioni vitali. Stiamo aspettando una rapida risoluzione di questa situazione”, conclude la società.

Pavel Durov, fondatore e ceo della piattaforma di messaggistica Telegram (ImagoE)
Pavel Durov, fondatore e ceo della piattaforma di messaggistica Telegram (ImagoE)

Oggi il presidente Emmanuel Macron ha spiegato che il fermo del 39enne imprenditore russo ma con cittadinanza anche francese non è "una decisione politica". "L'arresto del Ceo di Telegram sul territorio francese è avvenuto nel quadro di un'indagine giudiziaria in corso. Spetta ai giudici pronunciarsi", ha scritto il capo dell'Eliseo su X. "La Francia è più che mai attaccata alla libertà di espressione e di comunicazione, all'innovazione e all'imprenditorialità – sottolinea Macron –. Rimarrà così in uno Stato di diritto, sui social network come nella vita reale, le libertà si esercitano in un quadro stabilito dalla legge per proteggere i cittadini e rispettare i loro diritti fondamentali. Spetta al sistema giudiziario, in completa indipendenza, far rispettare la legge".

Intanto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha smentito quanto scritto da alcuni media, secondo cui, nei giorni scorsi, Durov avrebbe incontrato il presidente russo Vladimir Putin in Azerbaigian.