Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Tel Aviv alza la pressione. Libano sotto le bombe, evacuato tutto il Sud. Paletti Usa sui raid in Iran

Colpiti obiettivi degli Hezbollah a Beirut e magazzini di missili in Siria. Nasrallah aveva accettato la tregua prima di essere ucciso. Oggi il funerale.

Tel Aviv alza la pressione. Libano sotto le bombe, evacuato tutto il Sud. Paletti Usa sui raid in Iran

Tra le macerie di Beirut un uomo inneggia a Nasrallah, leader defunto di Hezbollah

di Aldo Baquis

TEL AVIV

Un’altra giornata di fuoco in tutto il Medio Oriente, mentre Israele è impegnato in serrate consultazioni con gli Stati Uniti per concordare la risposta israeliana all’attacco sferrato martedì dall’Iran con il lancio di 180 missili balistici. "Sarà molto energica, ed è questione di giorni" secondo quanto appreso dalla tv pubblica israeliana Kan.

Ormai si tratta di una guerra a tutto campo. In Libano l’aviazione israeliana ha colpito ieri a più riprese obiettivi degli Hezbollah a Beirut (fra cui la sede dell’intelligence) e nella valle della Beqaa. Ha inoltre colpito magazzini di missili a Latakya, in Siria. Nel Libano sud due divisioni dell’esercito israeliano accompagnate da mezzi blindati, dopo aver intrapreso una missione ‘’limitata’’ per distruggere i bunker degli Hezbollah lungo il confine, si stanno adesso spingendo verso nord. L’importante città di Nabatye è stata fatta sgomberare, e altri ordini di evacuazione sono stati impartiti a villaggi libanesi situati a nord del fiume Litani, a 15 chilometri dal confine. Gli Hezbollah – pur colpiti duramente al vertice – hanno reagito bombardando per tutta la giornata la Galilea con 200 razzi. Il nord di Israele era ieri in fiamme.

A una settimana dall’uccisione in un Comando sotterraneo, ancora c’è incertezza sui funerali di Hassan Nasrallah. Media libanesi hanno anticipato che i funerali del leader degli Hezbollah potrebbero svolgersi oggi, a Teheran, alla presenza del leader iraniano Ali Khamenei. Questi, secondo i media, gli aveva consigliato di lasciare immediatamente il Libano nella seconda metà di settembre, dopo l’esplosione di migliaia di cercapersone dei suoi miliziani. Altri media hanno appreso che Nasrallah avrebbe accettato una proposta di cessate il fuoco con Israele poche ore prima della sua eliminazione.

Intanto, in Israele non c’è un momento di respiro. Agli attacchi degli Hezbollah dal nord si sono aggiunte le minacce di droni spediti nel centro del Paese e nel Negev sia da una milizia sciita che opera nell’Iraq sia dagli Houthi dello Yemen. Ma la questione che maggiormente interessa Israele riguarda l’Iran. Ieri le forze armate hanno ammesso di aver subito danni materiali, contenuti, in alcune basi durante l’attacco iraniano. Israele è determinato a reagire, ma il presidente Biden ha avvertito che dovrà assolutamente tenere in considerazione anche gli interessi strategici degli Stati Uniti.

Fra questi il prezzo del petrolio, che subirebbe gravi ripercussioni se Israele colpisse alcune infrastrutture strategiche in Iran. Anche un attacco contro il programma nucleare dell’Iran sembra rappresentare un ostacolo molto elevato per Israele. I suoi strateghi ritengono che vi dovrebbe prendere parte almeno un terzo dell’aviazione e che le perdite di aerei potrebbero essere pesanti. Inoltre l’Iran, secondo la televisione israeliana, ha prodotto un tipo speciale di cemento con cui ha protetto le installazioni sotterranee in modo tale da renderle sicure anche di fronte ad attacchi massicci con bombe penetranti. Di conseguenza, secondo la emittente, l’ipotesi più probabile è quella di un attacco israeliano contro installazioni militari o di intelligence dell’Iran. Mentre i contatti proseguono al massimo livello, Biden si accinge ad affrontare la questione direttamente al telefono con Netanyahu.