Lunedì 26 Agosto 2024
ALDO BAQUIS
Esteri

Alba da incubo a Tel Aviv: si aprono le porte dei rifugi. La gente fuori in pigiama: "Davvero ci bombardano?"

Alle 4.50 il portavoce militare interrompe le trasmissioni radio per dare l’allarme: caos all’aeroporto di Tel Aviv, decine di voli cancellati

Tel Aviv, 26 agosto 2024 – “Cari ascoltatori, sono le 4.50 del mattino, questa è la fascia musicale notturna della radio militare. Avete appena ascoltato ‘Nelle ore del mezzogiorno’, un brano di David Broza e Meir Ariel". Le loro chitarre sono ancora in gradevole sottofondo quando il portavoce militare Daniel Hagari interrompe bruscamente la trasmissione per avvertire che l’aviazione ha colpito preventivamente in Libano e che di conseguenza "sono imminenti lanci di razzi da parte degli Hezbollah, forse anche di missili, nonché di droni, verso il territorio israeliano".

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Buongiorno Israele, buongiorno Tel Aviv. La città è ancora addormentata, ma sulla spiaggia in una atmosfera di incanto le tenebre fanno spazio alle prime luci dell’alba. In teoria, il luogo più gradevole in quel momento della città. Solo pochi anziani sul litorale, impegnati in esercizi mattutini di ginnastica. Nei quartieri popolari di Tel Aviv, dove le abitazioni sono prive di stanze protette, si avverte invece un certo trambusto. Già alle 5 la televisione pubblica è andata in onda con una prima trasmissione di aggiornamenti in cui consiglia alla popolazione di seguire strettamente gli ordini del Comando delle retrovie. Intanto nei giardinetti pubblici dove sono disseminati i 240 rifugi pubblici cittadini le porte blindate di ingresso si mettono in moto automaticamente, comandate a distanza dalla sala di emergenza del municipio. Una scena un po’ da film di fantascienza. "Entrate solo se sentite sirene di allarme" ripetono gli altoparlanti.

Ora sulle porte delle case si vedono affacciarsi persone ancora disorientate, chi in pigiama, chi in pantaloncini corti e canottiera. "Ma che succede? Davvero gli Hezbollah stanno per bombardarci?" si interrogano a vicenda, senza tuttavia ricevere lumi dai vicini. Intanto gli scooter delle guardie municipali puntano a grande velocità verso il litorale, dopo che l’esercito ha ordinato di sgomberare tutte le spiagge di Israele. "Ci siamo imbattuti in alcuni migranti africani che non capivano bene la situazione – ha poi detto una delle guardie. – Ma nel complesso la popolazione è disciplinata".

Poco lontano da Tel Aviv, all’aeroporto, il caos. Lo spazio aereo viene chiuso con pochi minuti di preavviso, e decine di voli sono cancellati. Un aereo, proveniente dall’Etiopia, è fatto atterrare preventivamente. "Siete al Cairo" viene annunciato ai passeggeri sbigottiti.

Dal comando delle retrovie ancora ordini su ordini. In particolare stare vicini a luoghi protetti, ad esempio ai parcheggi sotterranei. Nel nord di Israele le arterie devono restare libere, per consentire un eventuale transito di truppe. Una tensione ancora maggiore si avverte a Haifa, a poche decine di chilometri dal confine. Agli abitanti gli echi dei bombardamenti degli Hezbollah arrivano direttamente non dalla televisione, ma semplicemente aprendo la finestra. Un razzo è intercettato sopra alla vicina Akko (San Giovanni d’Acri) e un rottame si schianta nel tetto di una abitazione. E in mare una colonna di fumo si eleva da una vedetta della Marina. A posteriori si saprà che un razzo del sistema di intercettamento Iron Dome, lanciato contro un drone Hezbollah, ha inopinatamente cambiato direzione e ha colpito il vascello. Un marinaio ucciso e tre feriti. Bombardamenti, echi, fuochi pirotecnici: buongiorno Israele, ecco che inizia un’altra giornata ricca di emozioni, a quasi 11 mesi dall’inizio della guerra.