Teheran, 6 gennaio 2020 - Gli Usa non si stanno preparando per ritirarsi dall'Iraq e anzi il Pentagono sta pianificando di avviare il dispiegamento di sei bombardieri B-52 nella base britannica Diego Garcia, nell'Oceano Indiano. Lo rivela la Cnn, citando un funzionario Usa anonimo. A detta della fonte, i B-52 saranno a disposizione per operazioni contro l'Iran, qualora venissero ordinate. La Cnn tiene a sottolineare che il semplice dispiegamento non indica che tali operazioni siano già state ordinate.
E' giallo quindi sulla lettera in cui i militari Usa in Iraq avrebbero informato la loro controparte irachena che le truppe statunitensi stanno iniziano i preparativi per "lasciare" il Paese. Ieri il Parlamento iracheno, in reazione all'uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani, aveva votato in favore della partenza delle truppe straniere nel Paese.
Intanto il Regno Unito ha ridotto al livello minimo il personale nelle sue ambasciate in Iran e Iraq, sullo sfondo di timori per la sicurezza dopo l'uccisione di Soleimani. Il ritiro del personale è una "misura precauzionale" più che una decisione basata su informazioni di intelligence che parlino di una minaccia. I due ambasciatori britannici, Rob Macaire a Teheran e Stephen Hickey a Baghdad, rimarranno al loro posto.
Folla ai funerali di Soleimani
Oggi una nuova marea umana a Teheran, per il corteo funebre in memoria del generale Qassem Soleimani, dopo quella di ieri Ahvaz. E Ali Akbar Velayati, consigliere del leader iraniano Ali Khamenei, citato da Farsnews, aveva minacciato: "Se gli Stati Uniti non ritirano le forze dalla regione, affronteranno un altro Vietnam". E aveva aggiunto: "L'esperienza ha dimostrato che sono sempre stati sconfitti dai piani fatti dall'Iran e dall'asse di resistenza". E un alto ufficiale dei pasdaran ha detto al Times che anche i soldati britannici in Medio Oriente potrebbero essere colpiti. Si tratterebbe - ha detto secondo quanto riportato dal sito del quotidiano - di eventuali "danni collaterali" negli attacchi alle forze armate statunitensi.
Dal canto suo il presidente americano Donald Trump ha ribadito: se l'Iran attaccherà gli Usa ci sarà una "grave rappresaglia" e ha messo in guardia: "Se le truppe Usa saranno costrette a lasciare l'Iraq, le sanzioni saranno enormi". "L'Iran non avrà mai l'arma nucleare", ha poi twittato il presidente Usa.
Sul fronte europeo, i leader di Germania, Francia e Gran Bretagna chiedono all'Iran di tornare ad applicare l'accordo sul nucleare del 2015, mentre Conte caldeggia un'azione europea per scongiurare l'escalation e assicura che l'Italia farà il possibile per proteggere i militari italiani impegnati nella regione. In particolare il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha espresso "profondo rammarico" dell'Ue per l'annuncio dell'Iran sul nuovo superamento dei limiti all'arricchimento dell'uranio. "La piena applicazione dell'accordo nucleare da parte di tutti è ora più importante che mai, per la stabilità regionale e la sicurezza globale", ha twittato Borrell.
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La maledizione della figlia di Soleimani
Le famiglie dei soldati statunitensi di stanza in Medio Oriente "dovrebbero aspettarsi la morte dei loro figli", ha detto Zeinab, la figlia del generale Qassem Soleimani, durante la cerimonia funebre per suo padre all'università di Teheran. Sottolineando la necessità di una vendetta immediata verso gli Stati Uniti, ha definito Trump, come fece una volta il padre, un "giocatore d'azzardo". E rivolgendosi direttamente al presidente Usa ha detto: "Hai fatto un errore storico, non potrai seminare discordia tra Iran e Iraq". Anche il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha tenuto un discorso durante la cerimonia.
E ancora: "Verranno giorni bui per gli Stati Uniti e Israele". "Pazzo Trump, non pensare che tutto sia finito con il martirio di mio padre", ha aggiunto.