Venerdì 22 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Teheran minaccia Israele: "In caso di contrattacco useremo un’arma nuova. Sarà una risposta dolorosa"

Sale la tensione fra i due Paesi. Erdogan attacca Netanyahu: è lui il responsabile del raid iraniano. Gli Stati Uniti chiedono moderazione a Tel Aviv. Ma la risposta militare sembra ormai inevitabile .

Teheran minaccia Israele: "In caso di contrattacco useremo un’arma nuova. Sarà una risposta dolorosa"

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Minacce di usare armi mai viste prima. Promesse solenni di ritorsioni terribili. La risposta israeliana, allo stato indefinita nella sua natura ma anche per questo inquietante per chi la dovrà subire, crea un certo nervosismo nella leadership iraniana, che risponde alzando la soglia della propaganda.

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"I sionisti – ha dichiarato il portavoce della Commissione per la sicurezza nazionale del Parlamento Abolfazl Amouei – farebbero meglio a comportarsi razionalmente, perché, se dovessero intraprendere un’azione militare contro Teheran in risposta all’attacco dell’Iran contro Israele, sappiano che noi siamo pronti a usare un’arma che non abbiamo mai usato prima. Abbiamo piani per tutti gli scenari e agiremo con coraggio. Il nostro messaggio è la pace e allo stesso tempo la preparazione militare dell’Iran". L’arma mai usata prima è una definizione volutamente generica. Se davvero esiste potrebbe essere un nuovo missile a medio raggio e testata multipla, il Korramshar 4 (versione del norcoreano Hwasong 10)? O, più probabilmente, il missile balistico ipersonico Fattah 1 che per Teheran può bucare ogni difesa antimissile? O magari, si pensa a una arma nucleare ’sporca’? Nessuno lo sa.

Il regime ci gioca tentando di spaventare Israele. "L’attacco dell’Iran, volto a punire l’aggressore Israele, ha avuto successo e ora annunciamo con decisione che qualsiasi mossa di ritorsione contro l’Iran riceverà una risposta orribile, diffusa e dolorosa": ha dichiarato il presidente iraniano Ebrahim Raisi. Ma parlando con Vladimir Putin, avrebbe avuto toni più concilianti. "Raisi – ha fatto sapere il Cremlino – ha sottolineato che le azioni dell’Iran sono state obbligate e di natura limitata, e allo stesso tempo ha sottolineato che Teheran non è interessata a un’ulteriore escalation della tensione".

Israele, invece, vuole dare un segnale di forza. Il gabinetto di guerra si è riunito anche ieri, per la terza volta in tre giorni, per esaminare la situazione. Benny Gantz, che ne fa parte, ha detto che Israele risponderà all’Iran "con saggezza strategica, nel luogo, nel momento e nel modo che sceglierà, in coordinamento con gli Usa" e ha chiesto alla comunità internazionale di "agire contro di esso militarmente e imporgli sanzioni per fermare la sua aggressione". E nuove sanzioni arriveranno. L’obiettivo della comunità internazionale è di calare sul tavolo ogni carta possibile pur di impedire che la reazione israeliana porti ad un’escalation. "Mi attendo che prenderemo ulteriori azioni in senso di sanzioni nei confronti dell’Iran", ha annunciato la segretaria al Tesoro Janet Yellen.

Fonti americane sostengono che l’amministrazione vuole evitare che Israele colpisca il suolo iraniano e si concentri sui ’proxy’ di Teheran in Iraq, Siria e Libano. Incontrando un gruppo di ebrei americani, il segretario di Stato Anthony Blinken non ha detto loro che Israele dovrebbe astenersi dal rispondere all’Iran, rimarcando che questa decisione spetta a Israele. "Ma il suo messaggio è stato: sii intelligente, strategico e limitato il più possibile" ha detto uno dei presenti a un media israeliano. A Netanyahu l’ardua scelta,mentre il presidente turco Recep Eerdogan non gliele manda a dire. "È lui il principale responsabile delle tensioni". Alte tensioni. "Non possiamo restare fermi davanti a questo tipo di aggressione, Teheran non ne uscirà impunemente", ha tagliato corto il portavoce militare israeliano, Daniel Hagari. Presto, sapremo.