Domenica 22 Dicembre 2024
ROBERTO CANALI
Esteri

Tajani e la pace in Ucraina: "Il conflitto non va esteso. Al lavoro per negoziati con la Cina e la Russia"

Locarno, il ministro degli Esteri non giustifica l’offensiva di Kiev nel Kursk "La guerra in Medio Oriente? Hamas mostri buona volontà: liberi gli ostaggi".

Locarno, il ministro degli Esteri non giustifica l’offensiva di Kiev nel Kursk "La guerra in Medio Oriente? Hamas mostri buona volontà: liberi gli ostaggi".

Locarno, il ministro degli Esteri non giustifica l’offensiva di Kiev nel Kursk "La guerra in Medio Oriente? Hamas mostri buona volontà: liberi gli ostaggi".

LOCARNO (Svizzera)

È pieno di ragazzi in mimetica alla stazione di Locarno, sono le giovani reclute dell’esercito elvetico che partono per le esercitazioni estive con lo zaino e il fucile d’assalto. "Si vis pacem para bellum" dicevano i latini e da queste parti l’hanno capito benissimo, neutrali non significa essere imbelli e anche per questo la Svizzera è il luogo giusto per discutere di pace in un momento in cui nel mondo la contabilità dei conflitti e delle crisi va continuamente aggiornata.

"Il percorso che porta alla pace non è sempre agevole – spiega il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, ospite del suo omologo Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli Affari Esteri, per la Giornata della Diplomazia nell’ambito del Film Festival di Locarno di cui l’Italia per la prima volta è co-patrocinatore –. Spesso è una strada in salita e piena di dossi, ma noi stiamo lavorando per ottenere un cessate il fuoco a Gaza. Si tratta del primo passo per arrivare a una de-escalation in tutta la regione e poi proseguire nel percorso di due popoli e due Stati. Quella del presidente Biden è una buona proposta, ma per tradurla in pratica serve la risposta positiva di Israele e di Hamas, che deve dimostrare buona volontà e liberare gli ostaggi. Naturalmente non abbiamo alcuna interlocuzione con loro, ma contiamo nell’interlocuzione con l’Anp che è riconosciuta a livello internazionale, e i Paesi Arabi. Parlerò con il ministro degli Esteri dell’Iran per invitarlo a non agire evitando di compromettere i rapporti e creare ulteriore destabilizzazione. Le porte della diplomazia devono rimanere aperte, siamo favorevoli che ci sia una nuova conferenza, vedremo se c’è la volontà saudita di andare in questa direzione". Un percorso simile si sta seguendo anche per l’Ucraina, al centro della dichiarazione congiunta rilasciata da Italia e Svizzera al termine all’incontro.

"Ci apprestiamo a ospitare la Conferenza internazionale per l’Ucraina nel 2025 - ha proseguito Tajani –, la quarta di una serie di iniziative iniziate in Svizzera, a Lugano, per poi proseguire a Londra e Berlino. Vogliamo una pace giusta, complessiva e duratura sappiamo bene chi è l’aggredito e chi è l’aggressore, anche se questo non giustifica il tentativo dell’Ucraina di portare il conflitto in territorio russo, noi non siamo in guerra con Putin. C’è un protocollo chiaro, devono dire come impiegano le armi italiane tant’è che Zelensky ha chiesto l’autorizzazione a usarle. Ne parleremo ufficialmente con il ministro ucraino Kuleba a fine mese al Consiglio per gli Affari esteri Ue, chiederemo chiarimenti e valuteremo come agire. Le batterie Samp/T che abbiamo fornito devono difendere i civili, non essere utilizzate contro la Federazione Russa".

L’Italia e la Svizzera hanno dichiarato di essere pronte a invitare "tutti gli attori internazionali a non lesinare gli sforzi per giungere ad una piattaforma negoziale condivisa, basata sul rispetto del diritto internazionale e sui principi di integrità territorial ed indipendenza degli Stati". Tradotto, coinvolgere anche la Cina, destinazione dell’ultima missione della premier Meloni. "Le condizioni della pace si pongono al tavolo della pace – precisa Tajani –, non possono essere messe delle precondizioni per sedersi, e il nostro obiettivo è spingere la Russia a farlo".