Martedì 12 Novembre 2024

Taiwan, la Cina mostra i muscoli: scatta “l’esercitazione punitiva”. Taipei trema

Pechino minaccia l’isola: “Coloro che sostengono l’indipendenza rimarranno con la testa rotta e il sangue che scorre”. Il presidente Lai: difenderemo i valori di libertà e democrazia. Usa: esercitazioni previste ma preoccupanti

Taipei, 23 maggio 2024 – Coloro che sostengono l’indipendenza rimarranno con la “testa rotta e il sangue che scorre dopo essersi scontrate con la grande impresa della Cina di raggiungere la completa unificazione”. Questo è il preludio delle esercitazioni cinesi, avviate stamattina attorno a Taiwan. Rappresentano una “severa punizione” contro le forze “indipendentiste dell’isola” dichiara Pechino. Le operazioni sono state condotte in risposta ai risultati delle elezioni taiwanesi di gennaio, vinte da Lai Ching-te, politico malvisto dal regime di Xi per le sue posizioni anti-cinesi. Il nuovo presidente, nel suo primo discorso, aveva esortato la Cina a cessare la politica intimidatoria nei confronti di Taipei. 

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Le aree interessate dall'esercitazione cinese odierna
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L’esercitazione cinese: cosa sappiamo

L’esercitazione “United Sword 2024A” è iniziata stamattina intorno alle 7.45 (ora di Taipei) e vedono coinvolti tutti i corpi dell’esercito cinese, dalla marina all’aviazione. Sono state schierate 15 navi da guerra e 16 imbarcazioni della guardia costiera. Il Ministro della Difesa taiwanese ha aggiunto che alle operazioni stanno partecipando anche 42 velivoli militari cinesi. Il teatro delle operazioni, secondo il comunicato ufficiale del Comando cinese del Teatro Orientale, sarà lo stretto di Taiwan, comprese le piccole isole Kinmen, Matsu, Wuqiu e Dongyin, situate vicino alla costa sudorientale della Cina. Il colonnello Li Xi ha dichiarato che si tratta di “un serio avvertimento contro l’interferenza e le provocazioni di forze esterne”.

È la prima volta che la Cina simula un attacco su vasta scala. Nel 2022, data dell’ultima grande esercitazione, Pechino aveva, invece, simulato un blocco economico. Gli analisti militari notano anche che si tratta della prima esercitazione in cui vengono coinvolte le isole periferiche, vicine alla costa cinese. Un altro aspetto importante da sottolineare è il fatto che le operazioni siano state lanciate senza preavviso, con il governo cinese che ne ha dato comunicazione solo dopo l’inizio. Inoltre, la numerazione data alle manovre militari odierne – 2024A – fa presagire che siano solo le prime di una serie che si svolgeranno quest’anno.

La reazione di Taiwan 

Taiwan “difenderà i valori di libertà e democrazia. Sarò in prima linea con i nostri fratelli e sorelle militari per difendere la sicurezza nazionale”, ha detto Lai, che si è insediato lo scorso lunedì durante un evento presso una base militare. “Di fronte alle sfide e alle minacce esterne, continueremo a difendere i valori della libertà e della democrazia e a preservare la pace e la stabilità nella regione”, ha aggiunto.

La portavoce del presidente, Karen Kuo, ha definito “deplorevole vedere la Cina minacciare la democrazia di Taiwan e l’equilibrio regionale con provocazioni militari unilaterali”.  Il Ministero della Difesa ha dichiarato che di fronte alla pressione dell'esercito cinese, "i nostri militari restano vigili e sono pronti. Non cerchiamo conflitti, ma non ci tireremo indietro per garantire la sicurezza della nostra nazione e proteggere la nostra bellissima patria".  Secondo la nota del ministero, Taiwan ha inviato forze marittime, aeree e di terra per "proteggere la libertà e la democrazia" con azioni concrete e "difendere la sovranità" dell'isola. 

La risposta degli Stati Uniti

Gli Stati Uniti osservano attentamente la situazione. Quelle cinesi intorno all'isola di Taiwan sono

esercitazioni previste, ma "preoccupanti". Lo ha dichiarato il vice comandante del Comando Indo-Pacifico degli Usa, il tenente generale Stephen Sklenka, a Canberra. 

"Ci aspettavamo qualcosa del genere, francamente – ha affermato il generale – Solo perché ci aspettiamo questo comportamento non significa che non dobbiamo condannarlo, anzi dobbiamo farlo pubblicamente". Sklenka ha aggiunto che altre nazioni, oltre agli Stati Uniti, dovrebbero

pronunciarsi contro le esercitazioni. "Credo che ci sia un effetto molto più potente quando (la condanna, ndr) arriva da Paesi che fanno parte di questa regione", ha detto ai giornalisti.