Roma, 13 gennaio 2024 – Lai Ching-te, più noto come 'William' Lai, ha vinto le elezioni presidenziali a Taiwan. La popolazione della piccola isola che si trova di fronte alle coste cinesi ha confermato quindi la sua fiducia al Partito democratico progressista (Dpp), la formazione di centrosinistra della presidente uscente Tsai Ing-wen. Lai, 64 anni, ex medico con un curriculum prestigioso che annovera anche l'Università di Harvard, è il vicepresidente del partito. Cresciuto insieme ai cinque fratelli con immensi sacrifici dalla madre dopo la morte in miniera del padre, in politica è entrato a inizio anni Ottanta quando Taiwan era divenuta una democrazia libera, abbandonando la professione. È stato sindaco della città di Tainan, nel sud-overst del Paese, e primo ministro dal 2017 al 2019. Pechino lo considera ''un piantagrane'' perché di fatto è un ultra progressista del partito, che ha sempre spinto per la maggiore autonomia di Taiwan dalla Cina.
In un suo intervento, durante la campagna elettorale, ha detto di essere pronto a rilanciare il dialogo con la Cina, dopo quasi otto anni di rifiuto quasi totale di Pechino di comunicare con i leader dell'isola autonoma che considera un proprio territorio. Ma Lai ha anche fatto sapere che continuerà la politica dell'attuale amministrazione, volta a mantenere l'indipendenza di Taiwan, nonostante le minacce del Partito comunista cinese di annetterla con mezzi politici, militari o economici. Dopo la vittoria ha dichiarato di essere "determinato a salvaguardare Taiwan dalle continue minacce e intimidazioni da parte della Cina" e lavorare per mantenere lo status quo tra le due sponde dello Stretto di Taiwan. "Pur aspirando alla pace, non nutriamo illusioni – aveva dichiarato prima delle elezioni –. Rafforzeremo la deterrenza della difesa, le capacità di Taiwan in termini di sicurezza economica, i partenariati con le democrazie di tutto il mondo e manterremo una leadership stabile e basata su principi nelle relazioni. La pace non ha prezzo e la guerra non ha vincitori".
Pechino, ovviamente, avrebbe preferito una vittoria del candidato del Partito nazionalista (Kmt), Hou You-yi, propenso a un'eventuale unificazione con la Cina. Ma la presidenza di Lai è anche un successo la sua storia democratica della piccola nazionale: per la prima volta lo stesso partito presiederà il Paese per tre mandati consecutivi. Probabilmente Lai non dichiarerà formalmente l'indipendenza di Taiwan, sostenendo che l'isola funziona già, de facto, come Paese indipendente sotto il nome di Repubblica Cinese. Si spera solo che la sua vittoria non stressi ulteriormente i rapporti con la Cina, che ancora considera Taipei una provincia ribelle.