
Trump minimizza lo scandalo. Ma ‘The Atlantic’ pubblica tutto. .
La convinzione di essere i migliori del mondo, le preghiere "per la vittoria" (a chissà quale dio), l’eccitata condivisione di emoji con pugno fuoco e bandiera, il decollo di F18 e droni d’attacco seguito e commentato come una specie di videogame, i rituali apprezzamenti sull’Europa "scroccona", l’ansia da prestazione per trasformare le bombe in denaro. La chat di guerra impropriamente allestita su Signal dai vertici della Difesa americana – ora su tutti i media grazie al giornalista di The Atlantic Jeff Goldberg, invitato "per errore" – getta una luce inquietante sulla gestione del potere militare americano.
Dal capo del Pentagono Pete Hegseth al vice Trump JD Vance, dal consigliere per la Sicurezza Mike Waltz al direttore della Cia John Ratcliffe, più altre figure apicali come SM (le iniziali di Steve Mills) o la capo staff di Trump Susie Wiles, tutti i protagonisti della vicenda si offrono agli occhi del mondo come un gruppo di irresponsabili che, in spregio a ogni minima precauzione, usa una chat commerciale per preannunciare raid aerei contro un nemico significativamente armato. Il 15 marzo, quando gli Houthi yemeniti – autentica minaccia ai commerci nel Mar Rosso – stanno per essere bombardati dall’aviazione americana, l’allegra compagnia di Washington condivide in chat meteo, orari e decolli alla presenza di un utente non noto.
Scrive Hegseth, numero uno del Pentagono, alle 11.44: "Aggiornamento team. Il meteo è favorevole. Appena confermato con Centcom (ndr, il comando centrale delle forze armate), siamo pronti per il lancio della missione". 12.15, altro messaggio: "Lancio F-18 lanciati (primo pacchetto di attacchi") 13.45: "Inizio finestra per primo attacco F-18" al "terrorista bersaglio" nella posizione nota. "Inoltre lancio droni d’attacco (MQ-9)". 14.48: "Edificio crollato (...) Lavoro straordinario", annuncia il consigliere Waltz. "Cosa?", trasecola sei minuti dopo il vicepresidente Vance, un po’ distratto. Waltz gli chiarisce le idee. Vance risponde: "Eccellente". E poi Hegseth spiattella altri raid.
"Questo messaggio Signal – denuncia The Atlantic – mostra che il segretario della Difesa ha mandato un messaggio a un gruppo con un numero di telefono a lui sconosciuto 31 minuti prima del lancio dei primi aerei statunitensi e due ore e un minuto dal momento in cui si prevedeva di uccidere un bersaglio di primaria importanza, il "terrorista bersaglio" Houthi. Se questo messaggio – prosegue l’autore dello scoop – fosse stato ricevuto da qualcuno ostile agli interessi statunitensi, o anche solo da una persona indiscreta con accesso ai social media, gli Houthi avrebbero avuto il tempo di prepararsi per un attacco a sorpresa alle loro roccaforti. Le conseguenze per i piloti statunitensi avrebbero potuto essere catastrofiche". Gli incauti protagonisti minimizzano lo scandalo, la Cnn lo conferma: "Informazioni altamente classificate". La Casa Bianca attacca Goldberg: "Un bugiardo". E mentre l’opposizione dem chiede le dimissioni di Hegseth & C., Donald Trump cambia tre versioni. Prima evoca sabotaggi: "Qualcuno ha sbagliato oppure segnale pessimo". Poi assegna a Elon Musk un’indagine interna. Infine corregge il tiro e salva il suo team: "Mike (ndr, Waltz) si è assunto la responsabilità dell’errore, Pete (ndr, Hegseth) sta facendo un lavoro grandioso. È una caccia alle streghe".
Intanto russi e ucraini continuano a insultarsi e ammazzarsi. Altro per ora non produce il cessate il fuoco a rate immaginato a Washington. Oggi a Parigi nuovo summit dei Paesi volenterosi.