Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Sud Corea, minaccia nucleare dopo i missili di Kim. Che cos'è la 'Kill Chain'

Il discorso del leader del partito di maggioranza sudcoreano Chung Jin-suk. Che cosa ha detto l’influente sorella del leader nordcoreano, Kim Yo Jong

Roma, 20 febbraio 2023 - Le provocazioni della Corea del Nord, i progressi nei suoi programmi nucleare e missilistico, rischiano di produrre una corsa agli armamenti nella Penisola coreana. Una minaccia, in questo senso, è stata lanciata dal segretario del partito di maggioranza della Corea del Sud Chung Jin-suk, dopo due lanci di missili da parte del regime di Kim Jong Un e le minacce provenienti dall’influente sorella del leader nordcoreano, Kim Yo Jong. 

Nord Corea e missili: in quanto tempo potrebbero colpire le città Usa

Chung Jin-suk, segretario del partito di maggioranza sudcoreano
Chung Jin-suk, segretario del partito di maggioranza sudcoreano

"Dobbiamo garantirci una deterrenza nucleare"

"Abbiamo una chiara opzione rispetto alle armi nucleari nordcoreane. Dobbiamo prima di tutto garantirci una concreta deterrenza nucleare... dobbiamo rafforzare la nostra ‘Kill Chain’ in modo che la Corea del Nord non possa mai più alzarsi in piedi se usa il nucleare nella Penisola coreana", ha detto Chung secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap.

Che cos'è la Kill Chain

"Kill Chain” è una piattaforma di attacco preventivo inserita nel programma di deterrenza sudcoreano definito "Massiccia punizione e rappresaglia" per una rapida reazione alla minaccia nucleare.

"Noi - ha aggiunto Chung - dobbiamo seriamente considerare la possibilità di sviluppare le nostre capacità nucleari se una risposta di questo genere dovesse essere insufficiente". E ha continuato, parafrasando una celebre frase di Charles de Gaulle, che non è detto che gli Usa vogliano rischiare New York per Seoul.

Lo scontro tra falchi e colombe

Il capo del Partito del potere del popolo, che esprime il presidente Yoon Suk-yeol, ha inoltre criticato la linea morbida tenuta dal precedente presidente Moon Jae-in - che è stato premio Nobel per la Pace - sostenendo che i suoi tentativi di rappacificazione con Kim Jong Un sono stati "uno show", il quale celava il fatto che il leader nordcoreano non aveva alcuna volontà di rinunciare al nucleare.

L’apertura di Moon a Kim portò a una serie di summit intercoreani e aprì la strada agli storici summit tra Kim e l’allora presidente Usa Donald Trump, che però non portarono ad alcun risultato concreto. Questo inasprimento della linea sudcoreana viene dopo che la Corea del Nord ha effettuato tra sabato e oggi il lancio di un missile intercontinentale Hwasong-15 e due missili a corto raggio verso il Mar del Giappone.

"Oceano Pacifico nostro poligono di tiro"

La sorella di Kim, inoltre, oggi in una nota ha dichiarato che Pyongyang potrebbe trasformare l’Oceano Pacifico nel suo “poligono di tiro” a fronte delle minacce degli Stati Uniti. L’opposizione a Seoul, dal canto suo, non apprezza la linea dura adottata da Yoon. “Se il governo continuerà a insistere sulla sua risposta dura, l’economia, che già è al suo minimo, affonderà in una profonda fossa”, ha detto il leader del Partito democratico Lee Jae-myung. “In un momento in cui la Corea del Nord - ha continuato - aggiunge ulteriori provocazioni, il problema è la capacità del nostro governo di rispondere e il suo atteggiamento”.