Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Striscia di Gaza, violenti scontri: 60 palestinesi morti, anche bimba di 8 mesi

Esplodono le proteste contro l'inaugurazione dell'ambasciata americana a Gerusalemme. E' la giornata più sanguinosa dal 2014: circa 2800 feriti Gerusalemme, le proteste non fermano Trump - di A. FARRUGGIA Gerusalemme, apre l'ambasciata Usa. Tensione altissima

Violenti scontri a Gaza (Ansa)

Violenti scontri a Gaza (Ansa)

Gaza, 15 maggio 2018 - Riesplode la violenza sul confine della Striscia di Gaza, dove decine di migliaia di dimostranti palestinesi si sono radunati ieri per protestare contro l'inaugurazione dell'ambasciata americana a Gerusalemme. Per ora si contano 60 morti e circa 2800 feriti tra i manifestanti, ma il ministero della Sanità palestinese fa sapere che tra i feriti oltre 20 versano in gravi condizioni. Tra le vittime otto ragazzini con meno di 16 anni, compresa una bimba di appena 8 mesi che avrebbe inalato gas lacrimogeni. Non è chiaro quanto la bimba, che si chiamava Leila al-Ghandhour, e i suoi genitori fossero vicini alla barriera di sicurezza dove avvenivano gli scontri più violenti.

Oggi, intanto, i palestinesi della Cisgiordania e di Gerusalemme est osservano uno sciopero generale in seguito all'azione dell'esercito israeliano. La protesta (che include tre giornate di lutto) è diretta anche contro il trasferimento dell'ambasciata Usa. Chiusi negozi e scuole. In giornata avranno luogo manifestazioni commemorative della Nakba: la 'catastrofe' della costituzione di Israele, avvenuta 70 anni fa..

PROTESTA E SCONTRI - L'altra mattina mattina Hamas aveva distribuito centinaia di volantini dove venivano segnalate le posizioni di diversi insediamenti israeliani che avrebbero dovuto essere presi di mira. In risposta Israele ha schierato un impressionante numero di uomini e mezzi dell'esercito al confine, dichiarando Gaza 'zona militare chiusa'. Le proteste hanno interessato anche diverse zone della Cisgiordania tra cui le città di Ramallah, Nablus e Gerico.

FOCUS  Le proteste non fermano Trump - di A. FARRUGGIA

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STRAGE - Si tratta del giorno con il maggior numero di vittime dalla guerra del 2014 fra Israele e Hamas e coincide con il 70esimo anniversario della fondazione dello Stato di Israele che i palestinesi chiamano 'Nakba', la catastrofe. Il portavoce del governo palestinese, Yusuf al-Mahmoud ha emesso un comunicato in cui  accusa Israele di aver commesso un "terribile massacro" nella Striscia di Gaza, sollecitando "un intervento internazionale immediato". Le fonti del ministero della Sanità palestinese, hanno fatto sapere che fra le vittime ci sono anche donne e miniori. "Stiamo assistendo ad una abietta violazione del diritto internazionale e dei diritti umani a Gaza", ha commentato su Twitter la Ong Amnesty International.

Secondo un portavoce dell'esercito israeliano, "Hamas sta guidando un'operazione terroristica, mascherata da mobilitazione popolare. Cercherà di compiere attentati e di realizzare infiltrazioni di massa in Israele". L'esercito afferma inoltre di aver sventato un attentato presso Rafah, nel sud della Striscia, dove "un commando di tre terroristi armati stava cercando di deporre un ordigno" e che velivoli israeliani hanno bombardato 5 postazioni di Hamas. Intanto fonti locali fanno sapere che l'Egitto ha offerto al leader di Hamas, Ismail Haniyeh, di aprire il valico di Rafah al confine con la Striscia di Gaza per fornire aiuti medici e trasferire i feriti più gravi, chiedendo in cambio in cambio la fine delle proteste della 'Marcia del Ritorno'.

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TURCHIA - Da Londra arriva la condanna del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che non esita a definire Israele "uno Stato terrorista" che "sta compiendo un genocidio". Il governo di Ankara ha richiamato in patria il proprio ambasciatore, mentre in Turchia sono stati dichiarati tre giorni di lutto nazionale. Questa sera in migliaia hanno manifestato nel centro di Istanbul e altre due manifestazioni sono state annunciate nella stessa Istanbul e a Diyarbakir.

IRAN - Durissimo anche l'attacco lanciato via Twitter dal ministro degli Esteri dell'Iran, Mohammad Javad Zarif, che scrive: "Il regime israeliano massacra innumerevoli palestinesi a sangue freddo durante una protesta nella più grande prigione a cielo aperto. Nel frattempo, Trump celebra il trasferimento illegale dell'ambasciata Usa ed i suoi collaboratori arabi cercano di distogliere l'attenzione". 

TRUMP: "UN GRANDE GIORNO" - Mentre le cancellerie di molti Paesi del mondo rimangono fortemente critiche dell'iniziativa americana di ricollocare l'ambasciata a Gerusalemme, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha postato su Twitter parlando di "un grande giorno per Israele", Tweet ripreso dal premier Israeliano Benjamin Netanyahu, che ha a sua volta commentato sui social plaudendo a "un momento storico". Trump non si trova tuttavia a Gerusalemme, dove alle 15 (ora italiana) è cominciata l'inaugurazione dell'ambasciata alla presenza delle massime autorità israeliane e della delegazuione Usa guidata dalla figlia Ivanka e dal marito Jared Kushner.

CASA BIANCA: COLPA DI HAMAS - La responsabilità per i palestinesi morti a Gaza è "senza dubbio di Hamas". E' il commento della Casa Bianca davanti ai oltre 50 palestinesi morti negli scontri al confine con Israele. La White House ha continuato sostenendo che Hamas stia sfruttando "in modo cinico" la situazione a suo favore e che gli Stati Uniti "stanno dalla parte di Israele".