Roma, 5 agosto 2024 – Il Mali, i ribelli tuareg, l’Ucraina, la Russia, i mercenari della Wagner, i servizi segreti di Kiev e non solo. Sono gli ingredienti dell’ennesima crisi che rischia di avere ripercussioni non solo in Africa. O meglio di averne in Africa in un contesto sempre più intricato e interconnesso di conflitti armati in mezzo mondo.
Una sanguinosa battaglia in mezzo al deserto africano si riverbera con un effetto domino a migliaia di chilometri distanza nel cuore dell'Europa: il Mali ha rotto con “effetto immediato” le relazioni con l'Ucraina dopo l'ammissione degli 007 di Kiev, che hanno rivendicato un ruolo nell'agguato ai confini con l'Algeria costato la vita a una cinquantina di soldati maliani e decine di mercenari della Wagner. “Abbiamo appreso sgomenti delle affermazioni di Kiev, che ha ammesso il suo ruolo nell'attacco vile e barbaro che ha causato molte vittime tra i militari maliani e le forze di sicurezza a Tinzaouaten”, recita un comunicato del portavoce della giunta militare al potere, il colonnello Abdoulaye Maiga, che non fornisce un bilancio ufficiale dei morti.
La scorsa settimana, un altro portavoce, quello dell'intelligence militare ucraina, Andrii Yusov, aveva dichiarato a sorpresa che "i ribelli hanno ricevuto le informazioni necessarie, e non solo quelle, che hanno consentito loro di portare a termine con successo un'operazione contro i criminali di guerra russi”, ha detto senza chiarire che altro aiuto hanno ricevuto i ribelli tuareg.
Anche se oggi il ministero degli Esteri di Kiev ha "respinto fermamente le accuse del governo transitorio del Mali”, bollando la rottura diplomatica come un gesto “affrettato e miope”.
A fine luglio, un convoglio di soldati maliani e mercenari russi sono finiti in una agguato dei separatisti, che secondo alcuni resoconti hanno ricevuto anche il sostegno nello scontro dei gruppi armati jihadisti, di cui pullula il nord del Mali, in particolare Jamaat Nusrat al-Islam wal-Muslimin, branca locale di al Qaeda. Dopo giorni di violenti combattimenti in una zona desertica con pochi ripari rocciosi sferzati da una tempesta di sabbia e i cecchini tuareg appostati sulle rare alture, sarebbero almeno 20 gli uccisi tra i mercenari russi della Wagner - ora Africa Corps dopo la morte del fondatore Yevgeny Prigozhin -, 84 secondo i separatisti a cui vanno aggiunti 47 soldati maliani.
Le fonti russe parlano di un attacco di quasi mille combattenti, nel quale è stato anche un elicottero di fabbricazione russa arrivato in zona per dare supporto. Tra le dune, i separatisti "hanno aumentato il numero di attacchi massicci, utilizzando armi pesanti, droni e autobomba guidate da kamikaze, che hanno causato perdite da parte di Wagner e dei soldati dell'esercito maliano”, ha ammesso il gruppo in una nota, annunciando anche la morte di un comandante.
La travagliata nazione dell'Africa occidentale combatte contro le forze jihadiste e separatiste ribelli nel nord da oltre un decennio, e si è rivolta alla Wagner per avere supporto dopo l'avvento al potere della giunta militare nel 2020 che ha sancito la rottura degli antichi legami con Parigi. E le tensioni con l'Ucraina potrebbero infiammarsi ulteriormente: secondo Le Monde infatti i militari di Kiev addestrano i separatisti, soprattutto nell'uso dei droni, divenuti una delle principali armi nel conflitto scatenato dall'invasione russa. "Abbiamo contatti con gli ucraini, i francesi, gli americani e altri”, ha commentato un rappresentante dei ribelli. Ingredienti di una ricetta esplosiva che rischia di estendere il conflitto.