Venerdì 11 Ottobre 2024

Steven Seagal: “Morirei per Putin”. I veterani russi vogliono arruolarlo

L’attore americano, con cittadinanza russa dal 2016 e favorevole all’invasione dell’Ucraina, ha giurato fedeltà al presidente russo in un documentario. Il partito dei Veterani russi è pronto ad aiutarlo a partecipare all’Operazione speciale

Roma, 11 ottobre 2024 - Steven Seagal è pronto a morire per Vladimir Putin. Non smette di stupire l'amore dell'attore americano per la Russia, di cui è cittadino dal 2016, e per il suo autoritario presidente. Il protagonista di molti film d'azione, grande esperto di arti marziali, ha sempre dichiarato la sua ammirazione per lo zar, che lo ha anche accolto mentre lasciava dietro di sé negli Stati Uniti condanne per evasione fiscale e anche accuse di violenze sessuali.

Vladimir Putin e Steven Seagal
Vladimir Putin e Steven Seagal

Pronto a morire per Putin

Diventato ormai un cieco sostenitore di Putin, il quale sfrutta il personaggio per sostenere la sua politica di aggressione all'Ucraina (Lo zar ha trovato anche un ruolo ufficiale per l'attore: 'Rappresentante speciale' per motivi culturali, ndr), ha ribadito la sua fedeltà al Cremlino nel suo ultimo documentario "In nome della giustizia". Seagal nel documentario fa visita anche ad alcuni prigionieri ucraini detenuti Olenivka. L’attore nel video afferma che le condizioni di detenzione sono troppo buone per loro e rivela di essere pronto a morire per Putin. Fedeltà totale espressa anche con una lettera diretta al presidente russo, come si vede nel lungometraggio: "Ora vedremo quali sono i nostri compatrioti e i nostri amici e quali sono i nostri nemici. Io sarò sempre dalla parte del mio presidente e combatterò al sul fianco. Sono pronto a morire se necessario".

I veterani vogliono arruolarlo

E l'offerta non è passata inosservata, il partito dei "Veterani di Russia", attraverso il suo presidente Ildar Reziapov, si è subito proposto per aiutare Seagal a partecipare all'Operazione speciale. Seagal, eroe di film d'azione anni '80 e '90, probabilmente non si tirerebbe indietro, ma con i suoi 72 anni serve di più nel suo ruolo di megafono del regime.