Roma, 22 aprile 2024 - Dalla Germania alla Gran Bretagna è allarme per le spie cinesi. Oggi la Procura federale di Karlsruhe ha reso noto l'arresto di tre sospetti al soldo dei servizi segreti cinesi. Mentre poche ore prima erano stati incriminati due uomini di 29 e 32 anni, arrestati lo scorso anno nel Regno Unito con l'accusa di spionaggio per Pechino.
In Germania arrestate tre sospette spie
I coniugi Herwig ed Ina F., e Thomas R. sono stati accusati di aver fornito loro informazioni di tecnologia militare ai servizi segreti cinesi. In particolare Thomas R., di Bad Homburg nella Germania centrale, sarebbe stato in contatto con l'agenzia di spionaggio cinese, il Ministero della Sicurezza di Stato (Mss), una delle organizzazioni più segrete del Paese. I coniugi F., proprietari di un'azienda a Dusseldorf che collaborava con l'Università, lo avrebbero aiutato a stabilire contatti con scienziati e ricercatori tedeschi. Secondo l'accusa le spie avrebbe fornito ai cinesi informazioni riservate sulla componentistica utilizzata nei motori delle navi da guerra. Inoltre gli imputati hanno acquistato per i servizi di Pechino una speciale macchina laser prodotta in Germania e l'avevano esportata in Cina senza la dovuta autorizzazione. Per questo i tre sono accusati di spionaggio per una potenza straniera e violazione della legge sull'esportazione.
In Gran Bretagna incriminati due uomini
Nel Regno Unito invece la polizia ha formalmente incriminato il 29enne Christopher Cash, tra l'altro un ricercatore impiegato a Westminster, e del 32enne Christopher Berry, arrestati lo scorso anno per spionaggio a favore della Cina. I nomi delle due sospette spie fino ad oggi erano coperti dal segreto istruttorio e sono stati rivelati solo oggi. Anche Cash e Berry sono accusati di aver raccolto informazioni riservate "destinate a essere utilizzate da un nemico", si legge nell'atto d'incriminazione stilato da Scotland Yard. Nel documento però non si fa mai riferimento alla Cina. Nick Price, capo della divisione antiterrorismo Crown Prosecution Service (Cps), ha avvertito che l'indagine non è conclusa e ha invitato al più stretto riserbo: "Nessuno deve rendere note, commentare o condividere online informazioni che possano recare in qualsiasi modo pregiudizio al loro diritto a un processo giusto".