Washington, 7 gennaio 2023 - Ci sono volute quindici votazioni, ma alla fine Kevin McCarthy ce l'ha fatta ed è diventato il nuovo speaker della Camera Usa. Nella notte americana, infatti, Il candidato della maggioranza repubblicana ha ottenuto i voti necessari per ottenere l'incarico: 216 (ma ne sarebbero bastati 215) sui 428 espressi. Il democratico Hukeem Jeffries si è fermato a 212, mentre sei repubblicani "ribelli" si sono limitati a votare presente, abbassando il quorum per consegnare a McCarthy la vittoria.
Era dal 1923 che uno speaker non veniva eletto il primo giorno e dal 1859, da prima della guerra civile, che non si verificavano così tante votazioni. Decisivo - almeno in parte - l'intervento di Donald Trump per sbloccare l'impasse. All'ennesima votazione andata a vuoto, l'ex presidente statunitense ha chiamato l'arcinemico di McCarthy, Matt Gaentz (quasi fisico lo scontro tra i due dopo la 14esima fumata nera), e un altro dissidente, Andy Biggs, per convincerli a dare la loro preferenza al 'suo' candidato. La pressione del tycoon non ha davvero funzionato, ma la loro astensione all'ultimo voto ha comunque permesso a McCarthy il successo. "Finally!, Finalmente!", ha esclamato il 57enne californiano quando la commessa della Camera ha letto il risultato del voto. Quindi l'applauso 'liberatorio' dall'aula, prima del giuramento del nuovo Congresso.
Tuttavia, sebbene McCarthy ci abbia tenuto a ringraziare Trump ("è stato con me fin dall'inizio"), oltre al suo intervento devono aver pesato le tante concessioni che il neo speaker ha fatto alla fronda dei dissidenti, indebolendo di fatto il suo ruolo di leader della Camera dei deputati e, di fatto, consegnandosi per i prossimi due anni nelle mani degli ultraconservatori. Secondo quanto è trapelato sui media americani, i ribelli hanno ottenuto che un singolo deputato possa chiedere un voto di sfiducia per cacciare lo speaker; che il Freedom Caucus, l'ala destra del partito, ottenga un terzo dei membri della potente Rules Committee, la commissione che controlla quali leggi arrivano in aula e in che forma; che si possa votare sulla proposta di limiti di mandato e sulla legge per la sicurezza dei confini. McCarthy ha anche promesso che il suo comitato elettorale non si intrometterà in primarie considerate 'sicure'. Infine la promessa che avrebbe sbloccato il risultato: un taglio alle spese per la difesa da 75 miliardi di dollari promesso da McCarthy proprio nel giorno in cui il presidente americano Joe Biden ha annunciato un nuovo ingente pacchetto di armi da 3 miliardi di dollari all'Ucraina. Una mossa che se ha accontentato i ribelli del Grand old party rischia di irritare i falchi all'interno del partito che invece sostengono la necessità di aumentare il budget per la difesa in chiave anti-Russia e anti-Cina.
Intanto proprio l'inquilino della Casa Bianca, nel congratularsi, ha esportato Kevin McCarthy a "governare in maniera responsabile e nell'interesse degli americani". "Sono pronto a collaborare con i repubblicani ove possibile e gli elettori hanno anche chiaramente indicato che si attendono dai repubblicani una collaborazione con me - ha infatti dichiarato Biden in una nota. -. È ora di governare in maniera responsabile".