Roma, 22 dicembre 2023 – “Al momento della sparatoria mi stavo avviando verso la Facoltà, avevo lezione alle 17.30. Quando ho appreso la notizia da alcuni miei studenti ho fatto subito un giro di chiamate veloci e ho appurato che, per fortuna, nessuno dei miei colleghi e dei miei studenti del corso di Italianistica era rimasto coinvolto". A parlare è Flavio Rosario Glauco Mela, docente di di Storia dell’Arte italiana all’interno del corso di Italianistica, nel dipartimento di Lingue Romanze dell’Università Carolina di Praga. Due sue studentesse di Italianistica, Alzbeta Mrva Bohdanova, 26 anni, e Vanessa Schramkova, 24, la strage l’hanno sfiorata. "Stavo prendendo un caffè al primo piano dell’università con la mia migliore amica, avevamo ordinato dei dolci e ci stavamo scambiando i regali di Natale quando è entrata la polizia e ha urlato ‘uscite fuori’. Dopo mezz’ora – racconta Alzbeta – avevamo lezione al terzo piano in una delle aule dove è avvenuta la sparatoria. Il tema erano i personaggi femminili nella letteratura, doveva essere l’ultima lezione prima delle vacanze di Natale".
Avevate capito che cosa stesse succedendo?
"Quando mi sono girata non c’era più nessuno. Siamo state tra le ultime a uscire dalla caffetteria, poi la porta si è chiusa. Agli altri studenti i poliziotti hanno detto di restare dentro, di spegnere le luci, bloccare con qualcosa le porte delle aule, e aspettare".
Al momento della sparatoria dentro l’università c’erano i vostri amici?
"Una mia amica è rimasta per due ore chiusa in biblioteca. Un’altra è stata messa al sicuro nell’edificio di fronte, dove è rimasta un’ora e mezza. Noi siamo state veramente molto fortunate".
Qualcuno dei vostri colleghi è rimasto coinvolto nella sparatoria?
"I medici non hanno ancora identificato tutte le vittime. Spero che tra i morti e feriti, non ci siano miei colleghi".
E tra i professori?
"Eravamo tutti in ansia per un nostro professore che si trovava al terzo piano nella classe dove avremmo dovuto fare lezione poco dopo. Ma nella chat di gruppo con gli altri studenti un nostro amico ci ha avvertito che sta bene".
Uscite dalla caffetteria che cosa avete fatto?
"Fuori, nella piazza, era il caos. Abbiamo sentito 10 o 15 spari, e abbiamo cercato di capire in che direzione scappare mentre arrivavano sempre più macchine della polizia. Gli agenti si muovevano in tutte le direzioni per cercare l’attentatore. L’istinto ci ha detto di metterci in salvo e ci siamo allontanate dal centro di Praga. Quando ci siamo sentite al sicuro ci siamo fermate in un locale a prendere un tè per calmarci. Solo a quel punto abbiamo visto le notizie e abbiamo capito cosa stesse succedendo. Non ci saremmo mai aspettate una cosa del genere".
Conosceva David Kozak, lo studente che ha sparato?
"Studiava Storia nella nostra Facoltà. Non lo conoscevo personalmente ma quando ho visto la foto mi è sembrato di averlo incrociato nei corridoi o sulle scale".
Come sarà il ritorno all’Università dopo quello che è successo?
"In questo momento siamo sotto choc. Finito tutto io e la mia amica ci siamo abbracciate, ci siamo prese per mano. Tornare a lezione a gennaio sarà strano dopo quello che abbiamo vissuto, non si dimentica una cosa del genere".