Las Vegas, 2 ottobre 2017 - Impietoso il bilancio della sparatoria che si è verificata poco dopo le 7 di questa mattina a Las Vegas (le 22 ora locale), durante un concerto, nei pressi del Mandalay Bay Casino. La polizia parla di "almeno 59 morti e 527 feriti" al festival di musica country Route 91 Harvest, che si svolgeva proprio di fronte al casinò da cui sono partiti gli spari. I proiettili sono arrivati dalle finestre del 32esimo piano dell'hotel: ad aprire il fuoco un uomo, identificato poi come Stephen Paddock, bianco di 64 anni, già noto alle forze dell'ordine, che si è tolto la vita prima dell'arrivo della polizia. Secondo la Cnn si tratta della "sparatoria più sanguinosa della storia americana". Ancora incerto il movente del gesto: l'Isis ha rinvendicato l'attacco ma in una dichiarazione ufficiale l'Fbi afferma che "al momento", non è stata trovata "nessuna connessione con organizzazioni terroristiche internazionali". Bloccato per ore il traffico aereo all'aeroporto McCarran, che sorge poco distante dalla zona dei casinò.
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CHI ERA IL KILLER, UNA PERSONA "NORMALE" - Paddock, 64 anni, era residente in città, afferma lo sceriffo Joe Lombardo. Testimoni parlano di un uomo "tranquillo", amante delle scommesse e della musica country, riporta il Washington Post. Era nonno, aveva licenza di pilota d'aereo, e anche una di caccia ottenuta in Alaska. "Siamo sconvolti, non capiamo cosa sia successo - ha commentato il fratello Eric Paddock, spiegando che Stephen non era religioso -. Per quanto ne sappiamo, aveva abbastanza soldi per vivere serenamente. Non c'è niente nella sua vita che potesse far presagire qualcosa di simile". Una persona normale, secondo la famiglia. "Qualcosa deve essere successo, deve aver perso la testa, siamo scioccati", ha aggiunto.
POLIZIA: LUPO SOLITARIO - Secondo la polizia della mecca del gioco d'azzardo l'uomo non sarebbe un terrorista. "A questo punto non consideriamo la sparatoria un atto di terrorismo". Anche se restano ancora da chiarire i motivi alla base della strage. "Sembra per ora più un'azione di un lupo solitario". Agli investigatori non risultano al momento legami tra l'uomo e l'Isis. Funzionari del governo Usa hanno chiarito che il nome di Paddock non compare su nessun database di sospetti terroristi.
LA RIVENDICAZIONE ISIS - A metà giornata però l'Isis, tramite il suo organo ufficiale di propaganda, l'agenzia Amaq, ha rivendicato la strage (foto). In un comunicato si legge che l'autore è uno dei "soldati" del califfato, che si era convertito mesi fa all'islam. Poi però l'Fbi ha ribadito che non risultano collegamenti con lo Stato Islamico né con altri gruppi terroristici.
L'ARSENALE IN CAMERA - Nella stanza d'albergo di Paddock stati trovati 19 fucili, che l'uomo avrebbe portato al Mandalay da solo. Per ora gli investigatori credono che siano stati acquistati legalmente. Non solo armi, nell'auto dell'uomo è stato trovato del nitrato di ammonio, un composto chimico utilizzato anche per produrre alcuni esplosivi.
"Nulla di particolare" è invece emerso ad ora dalle perquisizioni presso l'abitazione del killer a Mesquite, cittadina di circa 18mila abitanti nei pressi della frontiera tra Nevada e Arizona, 82 miglia a nord-est di Las Vegas. Lo sceriffo Lombardo intanto ha chiesto a chi era presente di consegnare i video della sparatoria perché potrebbero aiutare le indagini.
RISOLTO IL MISTERO DELLA DONNA - La polizia, dopo averla cercata per qualche ora, ha rintracciato anche Mary Lou Danley, una donna asiatica che avrebbe legami con Paddock, ma non sarebbe coinvolta nell'attacco. Inzialmente era sospettata di aver avuto un ruolo nella strage. Ma la Danley non è nemmeno negli Stati Uniti. "L'abbiamo localizzata al di fuori del Paese. Non era con lui, abbiamo scoperto. Lui ha usato un suo documento" per registrarsi. "Abbiamo parlato con lei e non crediamo che sia coinvolta", ha detto lo scerifffo durante una conferenza stampa.
LA 'PROFEZIA' - Oggi, fra l'altro, una testimone oculare ha riferito di una donna, allontanata dal concerto poco prima della sparatoria, che gridava "morirete tutti". La sospetta, che era insieme a un uomo, è stata mandata via perché stava infastidendo i vicini. "È stata portata via in modo che la smettesse di infastidire tutti, ma nessuno pensava che le sue parole fossero serie". Non si sa ancora se sia stata solo una coincidenza.
TRUMP - Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha scritto su Twitter: "Le mie condoglianze più care e il mio affetto alle vittime, e alle loro famiglie, della terribile sparatoria a Las Vegas. Dio vi benedica!".
My warmest condolences and sympathies to the victims and families of the terrible Las Vegas shooting. God bless you!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 2 ottobre 2017
Poi durante una conferenza stampa il presidente ha definito l'accaduto "un atto di pura malvagità". "Fbi e sicurezza interna lavorano a stretto contatto con le autorità locali per assistere le indagini", ha detto Trump. Il presidente americano ha lanciato un appello per "l'unità e la pace nel Paese". Trump mercoldì sarà a Las Vegas.
HILLARY CONTRO LA LOBBY DELLE ARMI - Intanto si torna a chiedere una stretta sulle armi. Da Amnesty International l'appello affiché si traducano i pensieri in "azioni concrete per proteggere le persone dalla violenza". "Il nostro dolore non è abbastanza - twitta Hillary Clinton -. Possiamo e dobbiamo mettere la politica da parte, prendere posizione contro la Nra (National Rifle Association, la più potente lobby Usa a favore delle armi, ndr) e lavorare insieme per evitare che questo succeda di nuovo".
ITALIANI - L'Unità di crisi della Farnesina è attiva per verificare l'eventuale coinvolgimento di italiani nella strage. Il console a Los Angeles, Antonio Verde, ha fatto sapere che al momento non si segnalano connazionali tra le vittime.