Roma, 23 giugno 2023 - Suleman Dawood era “terrorizzato”, non voleva imbarcarsi sul sommergibile Titan per vedere da vicino il relitto del Titanic. Una delle cinque vittime dell'implosione del sottomarino voleva solo accompagnare il padre, Shazada Dawood, un vero e proprio appassionato “ossessionato dal Titanic” in quella che doveva essere “l'avventura di una vita” e che invece si è trasformata in una tragedia in fondo all'oceano Atlantico.
A raccontare i pensieri e le sensazioni del 19enne prima della fatidica immersione è la zia, Azmeh Dawood, che alla Nbc ha fatto emergere tutte le perplessità del ragazzo per quel viaggio in fondo al mare: “Doveva solo essere un'esperienza di vicinanza per la festa del papa, era lì per quello - ha detto la zia del giovane morto insieme al padre, al miliardario britannico Hamish Harding, al numero uno della OceanGate Stockton Rush, e al pilota di sommergibili francese Paul-Henry Nargeolet -. Suleman aveva la sensazione che non andasse bene. Non si sentiva a suo agio, non era in vena" per affrontare quel viaggio sul sommergibile. La donna, parlando del fratello Shazada, uomo d'affare pachistano, lo ha definito come "un angelo prezioso di cui il paradiso non potrebbe fare a meno".
Della tragedia del Titan imploso ha parlato anche la famiglia di Hamish Harding. Nel ricordarlo i familiari hanno detto che "se, possiamo trarre una piccola consolazione da questa tragedia, è che l'abbiamo perso mentre faceva ciò che amava". Lo hanno anche descritto come "unico nel suo genere" che "lascerà un vuoto nelle nostre vite che non potrà mai essere colmato. Sappiamo che Hamish sarebbe stato immensamente orgoglioso di vedere come nazioni, esperti, colleghi del settore e amici si sono riuniti per la ricerca e porgiamo i nostri più sentiti ringraziamenti per tutti i loro sforzi".