Domenica 22 Dicembre 2024
LIVIO GIGLIUTO, presidente Istituto Piepoli
Esteri

Il nostro sondaggio. Ursula divide gli italiani. Solo il 40% avrebbe votato per la sua rielezione

La rilevazione dell’Istituto Piepoli per QN: leadership solida ma che ha perso trasversalità. Gli elettori di centrosinistra sono i più convinti, nel centrodestra prevale lo scetticismo

Roma, 20 luglio 2024 – La presidente della Commissione europea non viene eletta direttamente dai cittadini, ma con il tempo è diventata una figura centrale, anche a livello mediatico, che non può sfuggire al giudizio dell’opinione pubblica. La rielezione di Ursula von der Leyen, con il dibattito che ha visto dividersi protagonisti della politica italiana, sia della maggioranza sia dell’opposizione, sta portando alla luce un dibattito sulla sua leadership e sulla fiducia che gli italiani nutrono nei suoi confronti.

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La prima notizia è che i nostri concittadini la conoscono bene, Ursula von der Leyen: più di nove intervistati su dieci riescono a esprimere un’opinione su di lei, un dato che la equipara ai leader politici nazionali. Sembra scontato, ma non lo è: la presidente della Commissione non è tutti i giorni nei talk televisivi, non gira le nostre città, non incontra i cittadini, eppure è lì, molto più familiare del previsto.

Ma von der Leyen piace agli italiani? Abbastanza. Gli italiani mostrano un livello di fiducia non trascurabile, con una parte rilevante della popolazione che le riconosce la capacità di guidare l’Unione europea in tempi difficili. Tuttavia, come accade per i politici nazionali, questa fiducia non è trasversale.

Ursula divide: gli elettori di centrosinistra la apprezzano, probabilmente spinti dagli sforzi verso politiche progressiste, soprattutto su temi che piacciono a sinistra, a partire dalla transizione ecologica. Dall’altra parte, nel centrodestra, emerge maggiore cautela. È più difficile trovare temi attraenti per quell’elettorato tra le pieghe del suo programma, soprattutto su questioni come i conflitti, la difesa, l’immigrazione. Le riserve verso la rielezione, espresse sia dalla premier Giorgia Meloni che da esponenti della Lega, sembrano riflettere effettivamente il sentimento di quella base elettorale. Come sempre, diamo anche attenzione al sentimento del “partito del non voto”: tra chi non ha un orientamento politico definito, il consenso per von der Leyen diminuisce notevolmente, segno che l’Unione europea è ancora vista con distacco, se non addirittura con diffidenza, da una fetta consistente della popolazione.

Se avessero potuto scegliere, gli italiani avrebbero rieletto von der Leyen? Gli elettori di centrosinistra probabilmente sì, quelli di centrodestra meno. Molti italiani vedono positivamente la continuità della sua leadership, riconoscendo il valore della stabilità in un periodo di grandi sfide per l’Europa, ma una parte consistente della popolazione accoglie questa rielezione con scetticismo, preoccupata che il suo secondo mandato non riesca a risolvere i problemi strutturali dell’Unione europea.

Insomma, la leadership di Ursula von der Leyen sembra mantenere una certa solidità, ma perdere trasversalità. Ma il suo livello di consenso è anche un barometro della fiducia nell’Unione europea. La presidente della Commissione, che sembra voler avviare un percorso di estensione delle sfere di impatto dell’Unione, è costretta ad affrontare la stessa sfida cui sono obbligati i leader italiani: quella di tentare di raccogliere un consenso trasversale proprio in una fase in cui, mai come adesso, anche la politica europea è tentata dalla polarizzazione e dall’estremizzazione delle posizioni.

* Presidente Istituto Piepoli