Istanbul, 11 ottobre 2019 - Migliaia di persone in fuga in Siria dopo l'attacco della Turchia contro la popolazione curda. E mentre il governo di Ankara fa sapere che sono stati uccisi i primi 4 soldati dall'inizio delle operazioni, sono in aumento le vittime civili dell'intervento militare. Secondo la Bbc, almeno 11 civili sono stati uccisi così come anche decine di combattenti delle Forze democratiche siriane (Sdf, milizie a guida curda) e miliziani pro Turchia. In serata la notizia diffusa da Newsweek che cita fonti dell'intelligence curdo-irachena e un alto funzionario del Pentagono: le forze turche avrebbero bombardato, sembra per sbaglio, un contingente di forze speciali americane. Sui militari statunitensi - 50-100 uomini - sarebbero piovuti colpi di artiglieria sparati dalle postazioni turche sulle colline di Kobane, dove è di stanza la coalizione internazionale. Le stesse fonti assicurano che non ci sono vittime mentre fonti curde riportano di due soldati francesi feriti. Il fatto è stato prontamente smentito da Ankara: "Sappiamo dove si trovano le basi della coalizione e colpire basi americane è fuori discussione - si legge in una nota del ministero della Difesa turco - Nessun check point americano è stato colpito".
Usa: "Turchia si fermi". Pronte sanzioni
Poco prima il Dipartimento della Difesa americano aveva fatto sapere che gli Usa hanno "incoraggiato con forza" Ankara a "fermare" le operazioni militari nel nordest della Siria in un colloquio telefonico tra il segretario statunitense, Mark Esper, al suo omologo turco Hulusi Akar. "Questa incursione rischia di creare gravi conseguenze per la Turchia", ha detto Esper spiegando che "mette a rischio" i progressi fatti nella lotta agli estremisti. Gli stessi Stati Uniti - aggiunge il segretario al Tesoro Steve Mnuchin - sono pronti a varare "sanzioni significative" contro la Turchia se non interromperà l'offensiva. La Casa Bianca abbia dato l'autorizzazione: "Ma non scatteranno subito", ha precisato.
E rimbomba ancora la minaccia di Erdogan all'Europa di scatenare un'invasione di rifugiati "se insisterà a ostacolare l'operazione, definendola un'occupazione". Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dopo aver convocato l'ambasciatore e all'unisono col premier Conte, invita l'Europa a non accettare ricatti e ad "agire con una sola voce". Stesso appello arriva dalla Francia, mentre Olanda, Finlandia e Norvegia hanno deciso di sospendere la vendita di armi alla Turchia. Una decisione che la Svezia vorrebbe estendere a tutta la Ue proponendo un embargo in tal senso nella riunione dei ministri degli Esteri europei di lunedì. Da parte sua Vladimir Putin sottolinea il rischio che i miliziani dell'Isis lì detenuti "possano fuggire, non sono sicuro che Ankara possa prendere il controllo della situazione".
Tusk: temiamo catastrofe umanitaria
"La Turchia deve capire che la nostra principale preoccupazione è che le sue azioni possano portare a un'altra catastrofe umanitaria. Non accetteremo mai che i rifugiati siano armi utilizzate per ricattarci. Le minacce del presidente Erdogan di ieri sono totalmente fuori luogo", ha dichiarato oggi il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. "La possibilità di imporre sanzioni alla Turchia è sul tavolo e l'Ue ne discuterà al Consiglio europeo della settimana prossima", ha detto invece la viceministra per gli Affari europei francese, Amelie de Montchalin aggiungendo che "non si può rimanere impotenti di fronte a una situazione scioccante per i civili, per le forze siriane per 5 anni al fianco della coalizione anti-Isis, ma soprattutto per la stabilità della regione".
Putin: rischio di fuga per i miliziani Isis
In seguito all'operazione militare della Turchia nel nordest della Siria vi è il rischio che i miliziani dell'Isis lì detenuti "possano fuggire. Non sono sicuro che Ankara possa prendere il controllo della situazione", interviene Vladimir Putin nel corso del summit dei capi della CSI ad Ashgabat. "I combattenti dell'Isis sono concentrati in alcune zone della Siria settentrionale, sono stati sorvegliati dalla milizia curda fino a poco tempo fa. Ora l'esercito turco sta entrando nell'area e i curdi stanno lasciando questi campi. Loro (i prigionieri) possono fuggire", ha aggiunto, sottolineando: "Non sono sicuro che l'esercito turco possa rapidamente assumere il controllo della situazione". Secondo l'intelligence dello Stato Maggiore russo ci sono centinaia di combattenti terroristi in quelle aree, "migliaia di loro, se parliamo di paesi della CSI - ha detto - Dobbiamo capire e come mobilitare i nostri servizi di sicurezza per contenere questa nuova minaccia emergente".
Conte: inaccettabile ricatto di Erdogan
Il premier italiano interviene con durezza: "Lo dirò chiaro e forte al Consiglio europeo la settimana prossima a tutti i colleghi: l'Europa non può accettare questo ricatto. Non può essere che l'attività fin qui svolta dalla Turchia per l'accoglienza dei profughi siriani, che abbiamo sostenuto finanziariamente in modo molto cospicuo, sia strumento di ricatto per una iniziativa militare che non possiamo accettare". Per Conte l'offensiva militare turca in Siria "deve cessare e non può non avere la riprovazione di tutta la comunità internazionale. Su questo l'Europa non può assolutamente cedere: dobbiamo parlare all'unisono e tutta la comunità internazionale deve parlare all'unisono". "L'opzione militare - ha detto ancora Conte - non è il modo per risolvere i problemi, lo vediamo anche in Libia. E' lo stesso schema: c'è qualcuno che pensa di poter risolvere i problemi di stabilizzazione con l'opzione militare che è il fallimento più totale di qualsiasi stabilizzazione. Non la possiamo assolutamente accettare".
L'ambasciatore turco: scioccati e delusi da Italia
"Siamo terribilmente scioccati e delusi dalle dichiarazioni di esponenti del governo italiano" riguardo l`operazione militare turca nel Nord siriano, ha dichiarato l`ambasciatore della Turchia a Roma, Murat Salim Esenli, incontrando la stampa. E aggiunge: "L'Italia per noi è un partner strategico e per questo abbiamo aspettative e abbiamo consultazioni politiche regolari, a livello ministeriale e di segretari generali. Spero che il governo dell'Italia, ad alti livelli, capisca da dove veniamo e perché stiamo facendo quest'operazione". "Siamo allo stesso modo scioccati e delusi - continua Murat Salim Esenli - da simili dichiarazioni di altri Paesi: se il loro fine è di usare un`organizzazione terroristica come strumento per la Nato, allora abbiamo un problema molto serio", ha aggiunto.
Ankara: 342 terroristi neutralizzati
Intanto il ministro della Difesa turco ed ex capo dell'esercito, Hulusi Akar, ha dichiarato che 342 miliziani curdi Ypg sono stati "neutralizzati" nel terzo giorno della operazione 'Fonte di pace'. Neutralizzato è il termine comunemente usato da Ankara per terroristi uccisi, feriti o arresi. Sono invece 121 le persone arrestate in varie città della Turchia, dopo aver condiviso sui propri account social dei post critici nei confronti dell'intervento miitare.