Damasco, 9 aprile 2018 - Soffiano i venti di una guerra intercontinentale in Siria. "Prenderemo una decisione importante nelle prossime 24-48 ore", ha annunciato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump presiedendo una riunione di governo alla Casa Bianca. Una "decisione difficile" in risposta a "l'odioso attacco" contro civili innocenti a Duma, nella zona orientale di Goutha, l'ultima roccaforte dei ribelli. Attacco che si sospetta sia stato condotto con armi chimiche. "Non posso tollerare simili atrocità", avverte il tycoon. Dunque "nessuna opzione è esclusa". Washington accusa il regime di Bashar Al Assad, ma non solo. Alla domanda se Putin abbia qualche coinvolgimento nella vicenda, Trump ha risposto: "Potrebbe, sì, potrebbe. E se ce l'ha, la replica sarà molto dura, molto dura: pagheranno tutti". Russia e Iran "hanno una responsabilità per questi atti - rincara la dose Sarah Sanders, portavoce di Trump - in quanto non sarebbero possibili senza il loro aiuto materiale". In particolare la Russia "ha tradito l'impegno di garantire la fine del programma siriano sulle armi chimiche".
MOSCA: ARMI CHIMICHE FAKE NEWS - Da parte sua Mosca nega ogni responsabilità e smentisce che a Duma siano stati usate armi chimiche: il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, ha precisato che militari russi non hanno trovato tracce di cloro o di altre sostanze chimiche e che la ricostruzione dei fatti è "una provocazione" per incolpare l'alleato Assad.
Durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu l'ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha parlato di "fake news" progettate per distogliere l'attenzione dal caso dell'avvelenamento dell'ex spia russa Sergei Skripal in Gran Bretagna e alimentare le tensioni internazionali contro Russia e Siria, che sarebbero fomentate anche da Londra e Parigi. L'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) "deve immediatamente volare a Damasco (...) nessun residente ha confermato l'attacco chimico a Duma, non ci sono notizie negli ospedali di sintomi da attacco chimico e non è stato trovato nessun corpo contaminato".
USA ALL'ONU: RISPONDEREMO COMUNQUE - Ma Washington insiste: la delegata americana alle Nazioni Unite Nikki Halyal sottolinea che "la storia registrerà questo momento come quello in cui il Consiglio di Sicurezza o si impegna sui suoi doveri oppure dimostra il suo triste e completo fallimento nel proteggere la Siria". Aggiungendo che "in ogni caso, gli Stati Uniti risponderanno".
RAID CONTRO BASE AEREA DI DAMASCO - Intanto non si ferma l'escalation di violenze in Siria: tra ieri e oggi una base aerea nella provincia di Homs ha subito un attacco missilistico che ha causato morti e feriti. Inizialmente Damasco ha chiamato in causa il Pentagono, poi ho fatta ricadere la responsabilità su Israele, che non smentisce. Funzionari americani intervistati dalla Nbc confermano: i missili sono israeliani e gli Usa erano informati dell'attacco in cui peraltro avrebbero perso la vita anche alcuni membri dell'esercito iraniano.