Istanbul, 12 aprile 2018 - La Siria è una polveriera pronta a esplodere. Dopo lo scontro totale tra Stati Uniti e Russia di ieri, con l'annuncio di Trump ("Arrivano i missili") e la replica di Mosca, nella notte la premier britannica Theresa May ha ordinato di spostare i sottomarini nel raggio d'azione missilistico per un'eventuale azione con i Tomahawk contro il regime di Bashar Al Assad. La guerra sembra imminente. L'attacco "potrebbe cominciare già giovedì notte", riferisce il Daily Telegraph, aggiungendo che la numero uno di Downing Street ha convocato per oggi pomeriggio una riunione di gabinetto di emergenza. La May non avrebbe ancora preso una decisione definitiva sulla partecipazione di Londra a un intervento con gli alleati, ricorda il giornale, ma fonti governative affermano che sta "facendo tutto il necessario". Anche la Francia si è detta pronta a una risposta comune contro Damasco. "Abbiamo la prova che la settimana scorsa sono state utilizzate armi chimiche in Siria da parte del regime", ha rivelato oggi il presidente Emmanuel Macron. Si tira fuori, invece, la Germania: la Merkel ha dichiarato che Berlino non prenderà parte a possibili raid militari. Anche il premier Gentiloni ha sottolineato che l'Italia non parteciperà ad azioni militari in Siria.
L'ASSE MERKEL-MACRON - Oggi Macron e la cancelliera Angela Merkel hanno avuto un colloquio telefonico, "per confrontarsi sulla situazione internazionale". Il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert ha detto che hanno discusso soprattutto degli attuali sviluppi in Siria, "nella comune preoccupazione per i recenti attacchi con sostanze velenose e per il rischio di un'erosione del rispetto internazionale del bando delle armi chimiche".
GENTILONI: SUPPORTO LOGISTICO - Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha avuto in giornata diversi contatti internazionali sulla questione siriana. Tra questi una telefonata con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Il premier ha ribadito la ferma condanna delle violazioni dei diritti umani e della inaccettabile violenza usata nei confronti delle popolazioni civili con l'uso di armi chimiche da parte del regime siriano. L'Italia, ha sottolineato Gentiloni ai suoi interlocutori, non parteciperà ad azioni militari in Siria. In base agli accordi internazionali e bilaterali vigenti, l'Italia continuerà a fornire supporto logistico alle attività delle forze alleate, contribuendo a garantirne la sicurezza e la protezione.
CANALE SPECIALE DI COMUNICAZIONE - Il Cremlino ritiene "assolutamente necessario" evitare una escalation. "Crediamo - ha detto il portavoce, Dmitry Peskov - che determinati passi possano avere un effetto estremamente distruttivo sull'intero processo siriano". Il Cremlino ha reso noto inoltre che il canale di comunicazione tra i militari russi e statunitensi sulle loro operazioni in Siria per prevenire incidenti è "attivo". Questo canale, che si basa su una linea telefonica speciale, "è in uno stato attivo e la linea è utilizzata su entrambi i lati", ha detto ai giornalisti Peskov. Non è comunque in programma, ha aggiunto, un colloquio telefonico tra Vladimir Putin e Donald Trump
LE COORDINATE DELL'ATTACCO - Nel frattempo, il ministero della Difesa di Mosca ha chiesto al Pentagono le coordinate dell'attacco. La marina russa ha limitato l'area vicino alla costa della Siria: sarà chiusa alla navigazione nei giorni 11-12, 17-19 e 25-26 aprile dalle 10 alle 18 ora di Mosca. Oggi nel Mar Mediterraneo vi sono circa 15 navi da guerra e navi che forniscono la flotta del Mar Nero. Nessun mezzo russo "dovrebbe finire sotto il fuoco" americano, hanno riferito fonti di Mosca, indicando che altrimenti "le conseguenze saranno catastrofiche".
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MOSCA - E mentre dall'Onu arrivano appelli a mantenere la calma, Mosca muove un'altra pedina dello scacchiere annunciando che la divisione della polizia militare russa "ha iniziato il suo lavoro a Douma oggi". L'azione di sostegno al regime di Damasco procede quindi nel Ghouta orientale, scrive l'agenzia Ria. I militari russi "sono garanti del rispetto della legge nella città", spiega una nota del ministero russo. Secondo le agenzie di stampa di Mosca, il governo siriano ha il pieno controllo della regione. Gli ultimi ribelli presenti hanno consegnato oggi le loro armi pesanti e il loro leader ha lasciato l'enclave alle porte di Damasco per raggiungere il Nord della Siria. Lo ha riferito oggi l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Douma è la città che sarebbe stata oggetto dell'attacco chimico, il 7 aprile scorso, che ha innescato il braccio di ferro militare tra il Cremlino e Washington.
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TRUMP FRENA (UN PO') - Trump ogggi dice che i tempi di un eventuale attacco non sono certi: "Non ho mai detto quando un attacco alla Siria avrebbe avuto luogo. Potrebbe essere molto presto o non così presto! In ogni caso, gli Stati Uniti, sotto la mia amministrazione, hanno fatto un ottimo lavoro per liberare la regione dall'Isis. Dov'è il nostro 'Grazie America?'".
Never said when an attack on Syria would take place. Could be very soon or not so soon at all! In any event, the United States, under my Administration, has done a great job of ridding the region of ISIS. Where is our “Thank you America?”
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 12 aprile 2018
L'ONU - Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite ha richiamato gli ambasciatori dei cinque Paesi membri permanente del Consiglio di sicurezza per ribadire "la mia profonda preoccupazione per i rischi dell'attuale impasse in Siria". Guterres ha sottolineto "la necessità di evitare che la situazione diventi incontrollabile".
SIGONELLA - Ieri, intanto, gli aerei Usa che stanno perlustrando l'area siriana in vista di un eventule attacco missilistico sono decollati dalla base americana di Sigonella, situata in provincia di Catania. La stessa Sigonella resa celebre dalla crisi diplomatica tra Usa e Italia del 1985.