Roma, 9 luglio 2024 – Basta maschilismo nella Chiesa, più spazio alle donne a tutti livelli ecclesiali, ma sul diaconato femminile nessuna decisione. Né ora, né entro l’anno. Tutto come previsto alla presentazione dell’Instrumentum laboris che accompagnerà la riflessione dell’ultima sessione del Sinodo dei vescovi dedicato alla sinodalità, in programma ad ottobre. Non sarà dunque la prossima assise a deliberare sul ripristino (o meno) del ruolo delle diacone – tema incandescente nel dibattito ecclesiale –, quanto piuttosto uno dei dieci gruppi di lavoro voluti dal Papa per affrontare le questioni pastorali più concrete emerse nell’ambito dell’assemblea dello scorso anno. L’attesa è per il giugno 2025, termine massimo di presentazione della sintesi del think tank di studio, fermo restando che l’ultima parola spetterà al Pontefice e a nessun altro.
Nel frattempo prosegue la navigazione del Sinodo nelle acque ben definite della sinodalità attraverso la bussola del nuovo documento di lavoro che raccoglie le riflessioni delle Conferenze episcopali, delle Chiese orientali cattoliche, dei parroci riuniti nei mesi scorsi in Vaticano e di altre realtà ecclesiali internazionali. Più che fornire risposte alle numerose domande sollevate dai cattolici negli ultimi tre anni in cui si è sviluppato il processo sinodale, l’Instrumentum si concentra sui metodi e sui processi che la Chiesa dovrebbe utilizzare per discernere le sfide della post modernità a partire dalla partecipazione di tutte e tutti.
Dalla base cattolica emerge comunque la richiesta di superare definitivamente ogni forma di clericalismo, si fa largo poi l’impulso a favore di un decentramento sia magisteriale, sia di governo – tra l’altro sollecitato dal Papa nell’esortazione Evangelii gaudium e nella più recente costituzione sulla Curia romana, Predicate Evangelium –, si sollecita anche una piena trasparenza sugli abusi nella Chiesa e al contempo nell’esercizio del potere-servizio e infine soprattutto risuona l’appello per una maggior valorizzazione dei laici, anche nell’amministrazione di sacramenti come il battesimo.
Due le proposte più incisive nel segno del protagonismo laicale: l’introduzione di un ministero istituito dell’ascolto, in un contesto sociale segnato sempre più da disagio e solitudine, e l’apertura ai laici della predicazione durante la messa. Sul diaconato femminile il documento di lavoro si limita a fare il punto sullo stato del confronto intraecclesiale: “Mentre alcune Chiese locali chiedono che le donne siano ammesse al ministero diaconale – si legge nell’Instrumentum –, altre ribadiscono la loro contrarieta“. Nulla è deciso, si continua a discutere, in una partita che resta aperta. Ma per il triplice fischio finale bisognerà attendere il giugno prossimo, supplementari permettendo. E non è questione solo di Europei.