Città del Vaticano, 1 ottobre 2018 - Dalla discriminazione delle giovani donne nella comunità ecclesiale alla questione del gender, dalla sessualità, etero e non, alla presenza sempre più pervasiva dei social. Arriva dai ragazzi di tutto il mondo l’invito alla Chiesa ad affrontare senza tabù questi e altri argomenti particolarmente sentiti nel loro cammino di crescita. Per rispondere alle sollecitazioni delle nuove generazioni, raccolte nei 214 capitoletti dell’Instrumentum laboris (una sorta di ordine del giorno), da mercoledì 3 al 28 ottobre in Santa Sede si terrà il Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani. Un’assise frutto di un lungo percorso preparatorio, che, come accaduto per il precedente sinodo sulla famiglia, ha visto il capillare coinvolgimento della base cattolica, attraverso una partecipata riunione presinodale e un questionario online.
Duecentosessantasei i padri sinodali partecipanti. Trentotto gli italiani, tra vescovi diocesani, vertici di Curia romana e religiosi, su tutti il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, e gli arcivescovi di Milano e Bologna, rispettivamente Mario Delpini e Matteo Zuppi. Quest’ultimi sono nel novero dei nominati direttamente dal Papa a dimostrazione della stima di Francesco nei loro confronti. Per la prima volta nella storia del Sinodo, alla luce del recente accordo fra Santa Sede e Pechino sulle nomine episcopali nel Paese asiatico, saranno presenti anche due presuli cinesi. Altra novità, ai lavori, che si apriranno con la messa del Pontefice, prenderanno parte come uditori, e quindi con diritto di parola ma non di voto, 36 ragazzi, fra i 18 e i 29 anni, in rappresentanza di tutti i cinque continenti.
“Il tema dei giovani è certamente oggi una sfida come del resto lo fu quello della famiglia – ha detto in conferenza stampa il segretario generale del Sinodo dei vescovi, il cardinale Lorenzo Baldisseri -. La Chiesa non ha paura di affrontare le sfide che sono sempre difficili e insidiose. Non le teme in quanto è sicura che la forza spirituale e umana le viene dallo Spirito santo”. Nel corso dell’incontro con i giornalisti, il porporato, apprezzato pianista in Vaticano e non solo, non ha fatto mancare una nota polemica all’indirizzo del vescovo di Filadelfia, Charles Chaput, che, in disaccordo con la cabina di regia dell'assemblea episcopale, ha annunciato che non prenderà parte al summit.
Il presule conservatore, da tempo spina nel fianco del papato bergogliano, aveva chiesto l’annullamento del sinodo in quanto, a suo dire, sulla scorta soprattutto dello scandalo degli abusi sessuali commessi dall'ormai ex cardinale Theodore McCarrick, la Chiesa non sarebbe più credibile agli occhi dei giovani. Non domo, qualche giorno fa Chaput aveva contestato pubblicamente l’Instrumentum laboris, giudicato in sostanza poco ortodosso. Nello specifico, il vescovo aveva denunciato la sussistenza nell'ordinde del giorno di derive naturaliste, un'inadeguata compresione dell'autorità spirituale, un'antropologia che riduce l'uomo al solo binomio "intelletto e desiderio", una concezione indebolita della gioia cristiana e per chiudere altre questioni problematiche, dall'inopportuno parallelo fra dialogo ecumenico e mondo gay allo scarso approfondimento dello scandalo delle violenze sessuali.
Netta la replica di Baldisseri: "La persona in questione ha detto che non è d’accordo con il documento, perché lo ha fatto studiare a un teologo, ma ricordo che la stessa persona è un membro del Consiglio di segreteria del Sinodo, era presente al momento in cui è stato presentato il testo e, se aveva qualche obiezione, avrebbe potuto mostrarla. L’avremmo tranquillamente inserita". Non si scapisce, ha chiosato il cardinale, "come mai dopo faccia dichiarazioni simili”. Piccole schermaglie alla vigilia di un sinodo che si preannuncia assai vivace, forse anche più complicato del previsto per il Papa. Su di lui e sugli altri vescovi sono puntati gli occhi dei giovani. Il futuro della Chiesa.