Lunedì 23 Dicembre 2024
BEPPE BONI
Esteri

I sicari (privati) di Putin, dall’inferno ucraino al Niger: così Mosca cerca l’egemonia

Quaranta milizie attive in 32 Paesi: sono strumenti flessibili per coprire la presenza russa. Il generale Battisti: "L’Urss usava i Paesi satellite, oggi il Cremlino si affida agli oligarchi"

Roma, 30 luglio 2023 – È la sinfonia della Wagner, sempre lei, dove il Cremlino ha necessità di essere presente con il fucile mitragliatore in mano senza comparire direttamente. La compagnia mercenaria di Evgeny Prigozin è una multinazionale della guerra che dietro la regia di Mosca compare in prima linea nei conflitti dove la Russia ha interessi immediati o indiretti, dal Medioriente, all’Africa all’Asia.

Wagner, i paesi in cui è attiva
Wagner, i paesi in cui è attiva

Non è un caso che nei giorni scorsi abbia contribuito al golpe del generalone con basco rosso Omar Tchiani in Niger sotto il naso di Usa, Francia e Italia, come presenza europea, che schierano nel terzo Paese più povero del mondo rispettivamente 1.000, 1.500 e 300 uomini. Così la Wagner, ritirata dall’inferno ucraino rinforza la propria presenza del Sahel. In Mali il vuoto occidentale è stato riempito dalle milizie russe e presto la stessa cosa potrebbe succedere in Burkina Faso. Pur nella sua incerta posizione politica Evgeny Prigozin ha annunciato che "rafforzeremo la nostra presenza in Africa".

La Russia è il maggior esportatore di armi nel continente (40% del mercato) e ora punta ad arraffare le materie prime del Sub Sahara. Il motto è: finchè c’è guerra c’è speranza. Ecco perché la sinfonia wagneriana suona laggiù. "È il sesto golpe in sei anni nel Shael – spiega il generale Giorgio Battisti, primo comandante della missione italiana in Afghanistan e membro del Comitato atlantico –, sono episodi che rientrano nelle operazioni di Mosca in Africa. E l’Europa in questo modo sta perdendo l’Africa. Durante la guerra fredda Mosca usava i Paesi satellite, come i 10mila cubani che combatterono in Mozambico, oggi si serve delle milizie".

I tagliagole wagneriani sono presenti dal 2018 in Libia, dove hanno sostenuto il generale Kalifa Haftar, hanno spadroneggiato nella Repubblica centrafricana, in Sudan hanno sostenuto il presidente Al Bashair contro il Sud Sudan per proteggere le miniere di oro e diamanti. In Siria i paramilitari hanno combattuto a fianco di Damasco nella guerra civile. Fra conflitti ad alta e bassa intensità, golpe, protezioni di gruppi economici la Wagner compare in 18 Paesi comprese Guinea Bissau e Isole Comore. "Questa milizia gode di grande capacità di assistenza grazie ai giganteschi aerei da trasporto Antonov che Mosca mette a disposizione per far arrivare uomini, armi e blindati".

In Russia il business dei gruppi paramilitari è diffuso. Le Private Military Company attive sono una quarantina e operano in 32 Paesi, Ucraina compresa. Dove si spara, loro ci sono. La milizia di Prigozhin è la principale con attività in 18 Paesi, seguita dal Gruppo Patriot in 7 nazioni e da Enot, i procioni in lingua russa, in altre 6. I mastini della guerra sono segnalati anche in Siria e Iraq. Secondo un’analisi diffusa da Formiche.net sono 19 le Pmc schierate in Africa anche a protezione delle risorse minerarie, 10 in Asia e Medioriente, 4 in Europa.

La galassia delle compagnie private (non sempre combat operation) hanno nomi evocativi come i Lupi dello zar, la Legione imperiale, Gruppo Patriot e poi ancora Rusich, Sewa, Gazprom. Nelle operazioni coperte e guerre ibride le milizie degli oligarchi rappresentano uno strumento flessibile per coprire la presenza di Mosca. Ovvio che si tratta del segreto di Pulcinella. Ma nella logica russa del truccare la realtà va bene così. L’importante è il risultato.