Prima il malore durante la gita in barca, con svenimento e un forte mal di testa al risveglio. Poi lo stato comatoso e il ricovero di notte in ospedale. Ma il cuore di Mattia Cossettini, 9 anni, ha cessato di battere all’alba del 6 gennaio. Il tutto è accaduto a Marsa Alam, località balneare egiziana sul mar Rosso, famosa per le sue spiagge e per le barriere coralline. Il padre Marco Cossettini, friulano di Tavagnacco, in provincia di Udine, 41 anni, con la madre Alessandra Poz aveva deciso di portare il bambino in vacanza per una settimana, dal 2 al 9 gennaio.
LE CAUSE DELLA TRAGEDIA
La magistratura egiziana ha aperto un’inchiesta sulla morte di Mattia. Tra le ipotesi c’è quella di un’emorragia cerebrale, i cui primi sintomi sono cefalea, vomito, nausea e compromissione dello stato di coscienza con disturbi della coordinazione. Ma le cause che hanno portato al decesso restano ancora tutte da chiarire. L’ambasciata italiana al Cairo, in raccordo con l’Unità di Tutela della Farnesina, sta seguendo con la massima attenzione la vicenda, prestando tutta la necessaria assistenza consolare alla famiglia. Due giorni fa il padre ha avvisato l’ambasciata del decesso del figlio. La famiglia era partita alla volta di Marsa Alam giovedì scorso con un volo dall’aeroporto di Verona. Intanto sotto la lente ci sono anche le modalità di intervento prestate nel soccorso del piccolo.
L’IPOTESI DEL COLPO DI CALORE
Secondo i familiari, il medico del resort ha diagnosticato dapprima un colpo di calore, trattando il bambino con una flebo ricostituente e farmaci vari. Dopo aver perso conoscenza in barca, Mattia si era comunque ripreso ed era stato condotto all’ambulatorio medico del villaggio-vacanza. Soltanto poche ore dopo le sue condizioni si sono aggravate. Sono stati i genitori a decidere di portare il piccolo all’ospedale della zona. "Non sappiamo esattamente cosa sia successo, siamo in attesa di capirne di più: mio figlio ha sempre avuto una salute di ferro. Era un bimbo pieno di vita, recentemente l’avevano candidato al Consiglio comunale dei ragazzi, era molto orgoglioso", ha detto il padre Marco al Corriere della Sera. E ancora: "Io posso solo dire che mio figlio stava benissimo fino a quando è svenuto. Comunque questo è un ospedale per modo di dire, si è perso un bel po’ di tempo a intervenire".
LA RICERCA DELLA VERITÀ
La famiglia si è affidata all’avvocata Maria Virginia Maccari, del foro di Udine, che si è già messa in contatto con l’ambasciata italiana al Cairo. "Al momento stiamo gestendo il rientro in Italia della famiglia con il bambino, ma solo nelle prossime ore saremo in grado di delineare un quadro più preciso di quanto accaduto", ha detto Maccari. La famiglia risiede a Laipacco di Tricesimo in provincia di Udine. Mattia frequentava la quarta elementare nella scuola primaria di Tavagnacco. Aveva compiuto nove anni il 23 dicembre scorso.
IL PRECEDENTE TRAGICO
E molti ricordano il precedente di Andrea, bimbo palermitano di sei anni deceduto nel luglio 2022 in un resort di lusso a Sharm el Sheikh mentre era in vacanza con i suoi genitori. Un anno dopo le inchieste dei magistrati italiani ed egiziani sono arrivati alle stesse conclusioni: è stato un caso di malasanità. Il bambino aveva una gastroenterite che però è stata malcurata. I medici del resort avevano prescritto al piccolo farmaci per un’intossicazione alimentare, senza disporre il ricovero. Arrivato solo 24 ore dopo, quando ormai era troppo tardi.