Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Il rischio di un secondo fronte in Transnistria. “Chiesto aiuto a Mosca contro la Moldavia”

La mossa delle autorità della autoproclamata Repubblica, entità separatista filorussa sul territorio della Moldavia, rischia di innescare un’altra escalation. Chisinau rassicura, ma il ministro degli Esteri russo: “E’ una nostra priorità”

Mosca, 28 febbraio 2024 – Sempre pù instabile la situazione in Transnistria, dove le autorità della autoproclamata Repubblica, entità separatista filorussa sul territorio della Moldavia, hanno detto che intendono chiedere “aiuto” a Mosca (nello specifico al Consiglio della Federazione Russa e alla Duma di Stato) contro le “pressioni” di Chisinau. A riferirlo è l'agenzia russa Tass. Cresce il rischio di un secondo fronte di scontro.

Il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato che le tensioni sono "pericolose" per la regione e per l'Ucraina. "La minaccia di un intervento russo, o almeno di una provocazione, è permanente. Questo non mi sorprende. Ma dimostra quanto sia pericolosa la situazione, e non solo per l'Ucraina". Intervento Usa a supporto del governo a Chisinau: “Sosteniamo la sovranità della Moldavia”.

La Moldavia rassicura

Il governo della Moldavia liquida però il congresso della Transnistria come “un evento puramente propagandistico” ed è convinto che le sue decisioni non costituiscano una minaccia di escalation. “Questo evento è stato pianificato da coloro che si trovano sul lato sinistro del Dniester e del Cremlino. Non vediamo un pericolo di destabilizzazione. Osserviamo molto da vicino e ripetiamo che anche questa regione vuole pace e sicurezza”, ha affermato il rappresentante dell’esecutivo Daniel Voda, come riporta Ukrainska Pravda.

Transnistria: solo sostegno diplomatico

Dalla stessa Transnistria arriva un colpo di freno e viene spiegato che a Mosca è stato chiesto un “sostegno diplomatico” per risolvere le dispute con il governo moldavo. Il ministro degli Esteri dell'entità separatista filorussa, Vitaly Ignatiev, sottolinea: “Prima di tutto stiamo parlando di una richiesta di sostegno diplomatico. Diciamo che la Russia è un garante responsabile per la soluzione del conflitto in Transnistria”. Il rappresentante di Tiraspol ha ricordato che la Russia fa parte del gruppo negoziale 'cinque più due’, nel quale sono presenti anche Moldavia, Osce, Ucraina e la stessa Transnistria, oltre a osservatori della Ue degli Usa.

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Mosca: proteggere la Transnistria è priorità

Ma la Russia fa sapere che tiene in considerazione la richiesta di aiuto da parte della Transnistria, poiché “proteggere gli interessi” dei cittadini dell'entità separatista in Moldavia è “tra le priorità” di Mosca. Il ministero degli Esteri, citato dalle agenzie russe, sottolinea che “proteggere gli interessi dei residenti della Transnistria, i nostri compatrioti, è una delle priorità. Tutte le richieste sono sempre tenute attentamente in considerazione dai competenti dipartimenti russi”, ha aggunto.

La richiesta alla Russia

L'appello alla Russia è stato motivato dal fatto che "sono presenti in modo permanente sul territorio della Transnistria oltre 220mila cittadini russi, dell'esperienza positiva russa di peacekeeping, nonché dello status di garante e mediatore nel processo negoziale", recita la risoluzione. Il documento rileva che la Transnistria si trova ad affrontare sfide e minacce senza precedenti di natura economica, sociale, umanitaria e politico-militare.

L’indipendenza e il referendum

La Transnistria è di fatto indipendente dall'inizio degli anni Novanta. Ma i militari russi, inviati nel 1992 come forza di pace, sono solo 1.500. E' quello di oggi solo la settima riunione del Congresso dei deputati locali di tutti i livelli della sua storia. L'ultimo risale al 2006, quando i delegati annunciarono un referendum per l'integrazione della regione alla Russia che si concluse con la vittoria schiacciante del sì, risultato che Chorba ha di nuovo citato.

La mappa di Moldavia e Transnistria
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Russi, ucraini e moldavi

La Transnistria politicamente orientata verso Mosca deve però fare i conti anche con la sua parte ucraina, sottolinea uno studio del Center for European Policy Analysis di Washington: nella regione si parla ufficialmente l'ucraino e il poeta nazionale ucraino Taras Shevchenko presta il nome all'arteria principale di Tiraspol, così come alle banconote da 50 rubli e un suo busto si trova di fronte alla scuola ucraina fra il Soviet e il Palazzo presidenziale. 

Dall'ultimo censimento, nel 2015, risulta che i russi sono leggermente di più degli ucraini e dei moldavi. E Mosca negli ultimi anni ha generosamente distribuito passaporti (200mila, su una popolazione di 470mila persone). Ma l'arrivo anche in Transnistria di profughi ucraini e l'emigrazione di russofoni con passaporto russo, che hanno trovato in Russia condizioni migliori, potrebbe aver reso la comunità ucraina la maggioranza della regione che si dice filorussa. La Russia coltiva il sostegno con forniture di gas gratuite.

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