Gerusalemme, 30 ottobre 2023 – “Torturata, fatta sfilare per Gaza e decapitata”. Queste sarebbero state, secondo le autorità di Israele, le ultime ore di Shani Louk, la cittadina tedesco-israeliana rapita da Hamas durante l’attacco al rave nel Deserto del Negev il 7 ottobre scorso. L’informazione della morte della giovane è stata diffusa dalla madre Ricarda: “Purtroppo ieri abbiamo ricevuto la notizia che mia figlia non è più in vita”, ha dichiarato la donna a RTL/NTV. La certezza del decesso è stata data dal rinvenimento di un osso cranico che, dopo le analisi del DNA, si è scoperto appartenere alla 22enne dopo che i famigliari avevano fornito dei campioni biologici nei giorni scorsi.
Il giorno del massacro, Hamas aveva condiviso un video che ritraeva Louk immobile e seminuda sul retro di una jeep, mentre i miliziani le sputavano addosso. Nei giorni successivi si è diffusa l’informazione per cui la giovane fosse in vita ma “gravemente ferita” in un ospedale di Gaza. La famiglia aveva richiesto l’intervento del governo tedesco per liberarla. Poche ore dopo l’annuncio della morte, il cancelliere tedesco Scholz ha definito l’atto come una dimostrazione “della barbarie che sta dietro all’attacco di Hamas”: “È una cosa che come persone possiamo solo disprezzare”, ha commentato durante una visita in Nigeria.
Shani Louk era nata il 7 febbraio 2001 negli Stati Uniti, da padre israeliano e madre tedesca. Ha vissuto i primi anni della sua vita in Oregon, per poi trasferirsi a Tel Aviv, dove era residente al momento della morte. Tatuatrice freelance, il 7 ottobre stava partecipando insieme al suo fidanzato – di nazionalità messicana – al festival musicale Supernova Sukkot Gathering, che si stava tenendo a cinque chilometri dal confine con la Striscia di Gaza. Durante l’attacco, Shani ha avuto modo di telefonare alla madre, raccontandole quanto stava accadendo e di non sapere dove nascondersi.