Austin, 19 settembre 2018. Le Pretty Woman in carne e ossa non ci stanno: “Non ci faremo rimpiazzare dalle cyber-colleghe”. Il boom dei sex robot - che offrono un grado di interazione elevato rispetto alle bambole gonfiabili o a quelle in silicone che riscaldavano le stanze della casa di appuntamenti di Torino recentemente fatta chiudere - sta rivoluzionando il mercato del sesso a pagamento negli Stati Uniti, tanto che la redditività del mestiere più antico del mondo comincia a scricchiolare. E le belle di giorno americane sono in rivolta: “La proliferazione di questi oggetti – spiega Allissa, escort che esercita legalmente in Nevada, al The Sun – incoraggia il disprezzo nei confronti delle donne. Bisogna fermare la loro diffusione”. La concorrenza in plastica e transistor è temuta a tal punto che le vere lucciole hanno cominciato a spiegare i benefici del loro prodotto. Un'offensiva di marketing senza precedenti. “Fare sesso con un robot è disumanizzante. Le operatrici del sesso – prosegue Allissa – offrono un'intimità autentica e un affetto che i nostri clienti ricercano e da cui traggono beneficio. Chi si sente a proprio agio con una bambola, rischia di non poter più condurre una vita sessuale sana”. Ma i pericoli, secondo le prostitute, non finiscono qui. “L'idea che le donne debbano essere come bambole, ovvero asservite e passive, è assolutamente allarmante. Si incentiva – attacca Roxanne Price, prostituta del Nevada - un'attitudine violenta e di abusi nei confronti del gentil sesso”. Anche alcuni ricercatori sono preoccupati dalla rapida diffusione dei bordelli di bambole e sex robot. “Queste esperienze – spiega il direttore del Marleybone Center for Psychological Therapies – possono creare forti dipendenze”.
EsteriUsa, boom di robot-prostitute. Le vere lucciole in rivolta