Venerdì 22 Novembre 2024
LUCA BOLOGNINI
Esteri

Il serial killer dei bambini di Atlanta, caso riaperto dopo 40 anni

Tra il 1979 e il 1981 ventiquattro piccoli vennero uccisi nella città della Georgia. Il colpevole non è mai stato trovato. Verranno riesaminate tutte le prove raccolte, sperando che il Dna indichi una nuova pista

I funerali di una delle vittime del serial killer di Atlanta

I funerali di una delle vittime del serial killer di Atlanta

Atlanta, 30 aprile 2019 - L'incubo del serial killer dei bambini aleggia ancora su Atlanta. Quarant'anni fa ventiquattro ragazzi di età compresa tra 7 e i 17 anni, quasi tutti afroamericani, vennero ammazzati uno a uno con impressionante regolarità tra il 1979 e il 1981. Quasi ogni mese, ogni trenta dannati giorni, un piccolo spariva nel nulla. Il cadavere veniva ritrovato qualche settimana dopo in un fiume, sotto un ponte o tra i rifiuti di una discarica. Sconvolti da quanto stava succedendo, moltissimi genitori vietarono ai figli di giocare per strada o allontanarsi da casa. Ci fu chi arrivò a non mandare più i propri bambini a scuola. Il terrore era tale che il Comune a un certo punto fu costretto a imporre il coprifuoco.

La cappa di paura cominciò ad allungarsi sui grattacieli e le piccole case familiari di Atlanta nel torrido luglio del 1979. I cadaveri di due adolescenti vennero ritrovati in un boschetto della città. I ragazzi erano spariti senza lasciare tracce. "Nessuno poteva immaginare – racconta Danny Agan, un ex ispettore della polizia di Atlanta al New York Times - che quel sabato pomeriggio sarebbe stato l'inizio di una carneficina che sarebbe durata due anni". Omicidio dopo omicidio, le forze dell'ordine sembravano impotenti, nonostante più di cento agenti lavorassero al caso. A un certo punto ricorsero anche a dei sensitivi.

Diciannove ragazzi erano già stati ammazzati o erano spariti, quando il tredicenne Curtis Walker tornò a casa dopo la scuola. "Resta dentro, là fuori rapiscono i bambini", gli disse la madre. Lui non le diede retta: voleva fare qualche soldo, portando la spesa ai vicini anziani. Non è mai più ritornato. "Dopo due angoscianti settimane – racconta Catherine Leach, oggi 70enne - ho acceso il telegiornale e ho gridato, quando ho visto che stavano tirando fuori il suo cadavere dall'acqua". Dopo Curtis altri quattro ragazzi sarebbero stati uccisi dal serial killer.

"Nel 1982, Wayne Williams – scrive la giornalista Audra D. S. Burch sul New York Times – fu condannato per aver ucciso due adulti. La polizia sospettava che fosse responsabile anche degli omicidi dei piccoli e di aver ammazzato altri quattro uomini. Nonostante la procura abbia trovato prove che potrebbero potenzialmente collegarlo alla strage dei bambini, Williams, che sta scontando due ergastoli e si è sempre proclamato innocente, non è mai stato processato o riconosciuto colpevole per quei delitti. Il vero assassino non è mai stato trovato". Subito dopo che Williams fu condannato, i casi dei 24 ragazzini vennero rapidamente chiusi. La città voleva voltare pagina. Per molti cittadini, con troppa fretta.

Ma i dubbi e le ansie non sono mai svanite: riaffioravano tutte le volte che un telegiornale dava la notizia di un bambino scomparso. E anche quando veniva ritrovato, l'incubo del serial killer restava. Keisha Lance Bottoms era alle elementari quando la strage dei bambini fece sprofondare Atlanta nel terrore. “Mi ricordo ancora – racconta l'attuale sindaca - gli infiniti avvertimenti a non restare fuori da soli”. Ci è voluto tutto il suo coraggio per riaprire quelle ferite. La prima cittadina, poche settimane fa, ha infatti deciso di riaprire l'indagine sul serial killer dei bambini e di sottoporre tutte le prove collezionate a nuovi test del Dna, utilizzando le tecniche più recenti a disposizione. “Spero che questa nuova inchiesta – ha detto - porti un po' di pace alle famiglie che per troppo tempo si sono sentite dimenticate”.