Venerdì 29 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Guerra del fentanyl, sequestrati a Sinaloa 1.500 chili della droga che fa strage in America

Si tratterebbe del più grosso quantitativo mai confiscato. Arrestati due uomini. Trump ha minacciato pesanti dazi se il Messico non riuscirà a fermare il traffico di stupefacente

Messico, sequestrati 1.500 chili di fentanyl. A Culiacán è guerra tra i clan del Cartello di Sinaloa

Messico, sequestrati 1.500 chili di fentanyl. A Culiacán è guerra tra i clan del Cartello di Sinaloa

Messico, 4 dicembre 2024 – Confiscati martedì a Sinaloa 1.500 chili di pillole di fentanyl. Il capo della sicurezza del presidente Claudia Sheinbaum, ha annunciato che al sequestro della droga è seguito anche l'arresto di due uomini e la confisca delle armi da fuoco da questi detenute. 

Come riporta El País, il segretario Harfuch ha osservato che “queste azioni a Sinaloa continueranno finché la violenza non diminuirà”. Lo Stato, in particolare la capitale Culiacán, dal 9 settembre scorso si trova in situazione di “stallo”, nel mezzo di una guerra interna tra le due fazioni più potenti del cartello di Sinaloa, che lottano per il controllo dell'organizzazione criminale dopo che il suo ‘vecchio capo’ Ismael El Mayo Zambada, è stato arrestato a fine luglio scorso.

Le due fazioni schierate vedono da una parte I Chapitos, figli dell'ex leader Joaquín El Chapo Guzmán Loera (oggi condannato all'ergastolo negli Stati Uniti) e dall’altra i fedeli di Zambada. Stando al resoconto indipendente del quotidiano Noroeste, dall’inizio della guerra interna più di mezzo migliaio di persone sono state uccise, una media di sei vite perse al giorno, e altrettante sono state rapite.

L'operazione di sequestro, guidata dalla Marina, ma a cui hanno partecipato anche l'Esercito, la Guardia Nazionale, agenti della Procura della Repubblica e il Segretariato di Sicurezza e Protezione dei Cittadini, è terminata con l'arresto di Elier Jassiel Esquerra Félix e Javier Alonso Vázquez Sánchez (alias Tito). Alcune fonti del governo federale collegano i due uomini al cartello di Beltrán Leyva, un'organizzazione criminale potente anni fa, ma oggi quasi estinta dopo una dura guerra contro il cartello di Sinaloa, che ha trasformato Acapulco in una delle città più pericolose del mondo.

Gli indagati sono stati arrestati nel comune di Guasave, a nord dello Stato. Insieme a loro, le forze di sicurezza hanno trovato "tre armi da fuoco corte con caricatori, attrezzatura per la comunicazione radio e una borsa con due chili di pillole di fentanyl", ha riportato la fonte. In un'altra azione nel comune di Ahome, a 88 chilometri da Guasave, sono stati sequestrati circa 800 chili di fentanyl in aggiunta a circa 300 chili di elementi chimici utilizzati per produrre l'oppiaceo. Gli agenti hanno sequestrato anche tre veicoli, un caricatore per arma da fuoco, macchine per la miscela e bilance.

Le autorità hanno smantellato un gruppo criminale collegato a Beltrán Leyva e guidato da Pedro Izunza Coronel, (alias Pichón o Pájaro). Quest’ultimo è figlio di Pedro Inzunza Noriega, soprannominato “il  Sagittario”, che il Dipartimento di Stato americano pone come leader dell'organizzazione. "Questo gruppo è composto da almeno due cellule dedicate alla produzione e al traffico di fentanyl", ha assicurato la fonte. I due detenuti sono i principali operai, e agiscono abitualmente affiancati da un "chimico cuoco", Adrián Cebrero Pereyra. 

Solo poche ore prima dell'annuncio mediatico della grande confisca, la Camera dei Deputati aveva approvato un emendamento che vieta la produzione, la distribuzione e l'acquisto di fentanyl e dei suoi elementi chimici, nonché di vaporizzatori e altre sostanze tossiche. Entrambi i fatti costituiscono, in pratica, un importante evento che passerà alla storia come “crisi degli oppioidi”. L'ex presidente Andrés Manuel López Obrador ha ripetuto più volte che il Messico non produceva fentanyl, parole smentite dalla confisca.

La droga, 50 volte più potente dell'eroina, ha scatenato un'epidemia di overdose negli Stati Uniti. Il nemico pubblico numero uno per Washington e Trump prima ancora della sua presa di potere. Il Messico era già stato minacciato da Washington con una ‘guerra commerciale’ se Sheinbaum non fosse riuscita a contenere il traffico di fentanyl e la migrazione verso nord.

In una battaglia dialettica tra i due leader durante la scorsa settimana, Sheinbaum ha risposto che reagirà alla minaccia di Trump imponendo più dazi, in una spirale che danneggerebbe quindi entrambi i paesi. La presidente Sheinbaum, durante il confronto, ha ricordato al tycoon che “se il Messico vende droga è perché gli Stati Uniti la comprano, e che la crisi di violenza che consuma il suo paese è alimentata in gran parte dalle donne americane”.