Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Selfie, fiori e abbracci. Navalnaya a Berlino: "Ho scritto Alexei"

La moglie del dissidente morto: Putin assassino. "Sulla scheda ho messo il nome di mio marito"

Selfie, fiori e abbracci. Navalnaya a Berlino: "Ho scritto Alexei"

Selfie, fiori e abbracci. Navalnaya a Berlino: "Ho scritto Alexei"

Roma, 18 marzo 2024 – Applausi, manifesti di sostegno, fiori, abbracci e richieste di selfie. Yulia Navlnaya, 47 anni, moglie di Alexi Navalny, il dissidente russo e oppositore di Vladimir Putin, morto un mese fa in un gulag russo, ieri si è presentata all’ambasciata russa di Berlino alle 12. Il voto come atto di protesta: la scelta fatta da lei e da migliaia di suoi connazionali in tutte le ambasciate russe nel mondo e in Russia. "Il mezzogiorno contro Putin è stato un successo", ha esultato il team pro Navalny osservando l’adesione ovunque. Il mezzogiorno di protesta doveva mostrare quanti sono gli oppositori dello zar e serviva a non far passare sotto silenzio il ’plebiscito’ elettorale di Putin camuffato in elezioni democratiche.

Lunghe code sono state immortalate davanti alle ambasciate russe di mezzo mondo: dall’Asia all’Europa.

Navalnaya, a Berlino, è stata accolta da sostenitori con fiori e applausi quando si è unita a una lunga coda di elettori davanti all’ambasciata russa, dove era presente anche l’ex oligarca e critico di Putin, Mikhail Khodorkovsky. La vittoria di Putin "non ha nulla a che fare con la realtà", ha denunciato Leonid Volkov, ex braccio destro di Navalny che nei giorni scorsi è stato aggredito a martellate in Lituania.

"Sulla scheda elettorale – ha detto sorridente la 47enne moglie di Navalny – ho scritto il nome di Alexei". Navalnaya ha invitato anche i sostenitori dell’opposizione a fare lo stesso, cioè a scrivere il nome del marito deceduto sulla scheda, in segno di protesta contro Putin. "Non è possibile – ha fatto osservare lei – che un mese prima delle elezioni, il principale oppositore di Putin, già in carcere, venga ucciso".

"Yulia, Yulia, siamo con te" hanno gridato i sostenitori non appena Navalnaya ha varcato la soglia dell’ambasciata. Poi ha continuato a parlare non risparmiando accuse a Putin: "È un assassino e un gangster".