Parigi, 2 luglio 2024 – Domenica 7 luglio in Francia si vota per il secondo turno delle elezioni legislative dopo il successo dell’estrema destra di RN al primo turno, davanti al blocco delle sinistre e al centro (arrivato terzo).
Non è detto però che il Rassemblement National di Marine Le Pen abbia la strada spianata. La strategia e gli appelli messi in campo dai rivali rispondono tutti alla stessa logica: unirsi per fare fronte comune contro la deriva della destra.
E così si moltiplicano le decisioni di ritirarsi al ballottaggio delle legislative (ma si tratta di sfide a tre o a 4, le cosiddette triangolari e quadrangolari) per far convergere i voti sull’oppositore del rappresentante dell’estrema destra con più possibilità di vincere.
Sono 218 i candidati che avevano superato il primo turno alle elezioni legislative in
Francia e che hanno deciso di ritirare la loro candidatura. Il termine per la presentazione delle candidature scadeva alle 18.
Fra queste, quella della ministra con delega alle Collettività e alle campagne, Dominique Faure, che voleva rimanere in corsa in una circoscrizione in cui un socialista è in testa davanti a una candidata di Le Pen. Ha ceduto su pressioni di Macron e del premier Gabriel Attal.
Guerra aperta Macron-Le Pen
Tra Macron e Le Pen è guerra aperta: la leader di RN ha denunciato un "colpo di stato amministrativo" da parte del campo macronista che, secondo lei, sta valutando di fare un'ondata di nomine prima di una possibile coabitazione con il Rassemblement national. In particolare la presidente del gruppo Rn all'Assemblea, teme che il capo dello Stato scelga in tempi brevi il capo della polizia e della gendarmeria. "Corre voce che il presidente della Repubblica stia prendendo in considerazione la nomina domani, cioè quattro giorni prima del ballottaggio, del direttore generale della polizia nazionale, anche se resterà fino alla fine delle Olimpiadi, e il direttore della gendarmeria nazionale", ha detto Le Pen a France Inter. Per la leader dell'estrema destra francese, l'"obiettivo" di nomine così affrettate è "impedire a Jordan Bardella di governare il Paese come desidera", se il Raggruppamento Nazionale dovesse ottenere la maggioranza domenica prossima. "E' una forma di colpo di stato amministrativo", ha detto, sperando che "si tratti solo di voci".
Pronta la replica dell’Eliseo, che ha invitato Le Pen a dar prova di “misura” e “sangue freddo” dopo le sue controverse dichiarazioni su un presunto “colpo di Stato amministrativo”. “Da 66 anni - puntualizza la presidenza - ogni settimana ci sono nomine e spostamenti, in particolare, l'estate, indipendentemente dalle congiunture politiche». E non si prevede che questo possa cambiare “nei prossimi mesi”, aggiungono all'Eliseo.