Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Scott Bessent, chi è il miliardario scelto da Trump per guidare il Tesoro e perché non piace a Musk

Il tycoon ha voluto “l’uomo dei dazi” per attuare la nuova politica economica Usa, scontentando l’amico Elon che su X aveva dato il suo endorsement a Lutnick e definito quella di Bessent una “scelta di business”

Roma, 23 novembre 2024 – Il presidente eletto Donald Trump accelera sulle nomine per chiudere la sua squadra prima di entrare, da lunedì, nella settimana del Thanksgiving. Arriva così anche l’incarico più atteso e delicato: quello del nuovo segretario al Tesoro. Per guidare un'agenda economica che dovrebbe essere costruita attorno all'aumento dei dazi e al taglio delle tasse, il tycoon ha scelto Scott Bessent, 62 anni, manager di hedge fund Scott Bessent e fondatore del fondo Key Square Management, che alla fine del 2023 aveva asset per un valore di circa 600 milioni di dollari.

Scott Bessent
Scott Bessent

Chi è Scott Bessent

Veterano di Wall Street e grande sostenitore dell'uso delle tariffe come leva da usare con gli altri Paesi, Bessent è nato in South Carolina e si è laureato nel 1984 a Yale. E’ fondatore del fondo Key Square Management, che alla fine del 2023 aveva asset per un valore di circa 600 milioni di dollari. Ha lavorato per nove anni, dal '91 al 2000, per il finanziere e filantropo Democratico George Soros, con il quale ha collaborato di nuovo tra il 2011 e il 2015 come capo investimenti.

Il miliardario della South Carolina negli ultimi mesi è diventato il più importante consigliere economico del tycoon difendendolo per tutta la campagna elettorale sulla proposta di imporre dazi estremi nonostante l'opposizione di Wall Street che teme guerre commerciali e l'impennate dei costi per gli americani.

Perché Trump ha scelto il 62enne miliardario 

Consigliere economico chiave di Trump, Bessent ha donato alla campagna del presidente eletto tre milioni di dollari, definendo il tycoon uno "molto raffinato sulla politica economica", e mettendolo in contrapposizione con "l'analfabeta economicamente" Kamala Harris. In un articolo pubblicato da Fox News, il 15 novembre, Bessent aveva sostenuto la politica dei dazi, definendola "strumento di negoziazione con i nostri partner commerciali", e bollato come "assurda" l'ondata di critiche sollevata da molti economisti, secondo i quali l'aumento delle tariffe sulle importazioni ricadrà sui consumatori americani.

Musk: “Scelta di business” 

Elon Musk non era tra i sostenitori di Bessent, e anzi sabato ha dato il suo endorsement a Howard Lutnick, l'amministratore delegato della società di servizi finanziari Cantor Fitzgerald, in lizza per il posto. Lutnick, ha scritto Musk su X, "metterà in atto il cambiamento". Bessent, ha detto, è una "scelta di business as usual". Nel post pubblicato su X, Musk aveva chiesto a Trump di ascoltare altre voci. Ma il tycoon alla fine ha deciso per il candidato che sentiva più in linea con la sua agenda economica. 

La ricetta economica del “3-3-3”

Se verrà confermato, Bessent sarà alla guida di uno dei dipartimenti più importanti del governo. A lui toccherà il delicato compito di attuare la politica fiscale, gestire il debito nazionale, guidare i regolatori finanziari, controllare le sanzioni e condurre la diplomazia economica. Per non parlare del ruolo centrale sui dazi. Tra i consigli che ha dato al presidente eletto c'è quello di perseguire la politica del "3-3-3": tagliare il deficit di bilancio al 3% del prodotto interno lordo entro il 2028, stimolare la crescita del Pil del 3% attraverso la deregolamentazione e produrre 3 milioni di barili di petrolio o suoi derivati al giorno

Russell Vought, il vice che suggerì migliaia di licenziamenti

Per Bessent la sfida più grande che attende Trump è mantenere le promesse fatte in campagna elettorale a fronte del controllo di un debito pubblico già molto elevato. Accanto a lui lavorerà un altro storico alleato di Trump, Russell Vought, scelto per l'Ufficio Bilancio. Vought, 48 anni, ha trascorso gli ultimi quattro anni a elaborare piani per il governo americano per rafforzare il potere presidenziale. Di lui si sa che ha scritto un capitolo del famigerato Project 2025, il piano ultraconservatore stilato dalla Heritage Foundation di cui è vicepresidente. Nel testo Vought suggeriva di licenziare migliaia di funzionari governativi e federali per nominare al loro posto fedelissimi trumpiani.