Sabato 28 Settembre 2024
ALDO BAQUIS
Esteri

Scontro tra militari e governo. Idf annuncia la pausa umanitaria. Netanyahu s’infuria: combattete

I vertici della Difesa: "Ostilità sospese 11 ore al giorno per consentire gli aiuti alla popolazione". Sullo sfondo le accuse di crimini di guerra all’Aja. Insorgono il premier e l’estrema destra.

Roma, 17 giugno 2024 – Mentre la guerra infuria ancora a Gaza e le perdite israeliane si moltiplicano, nuove frizioni sono emerse fra Benjamin Netanyahu e i vertici delle forze armate. Durante una seduta nervosa del Consiglio dei ministri, il premier ha anche sbottato: "Noi siamo uno Stato che ha un esercito, e non un esercito che ha uno Stato".

Parole che aprono l’ennesima frattura interna per l’esecutivo sempre più sotto pressione, mentre prosegue lo stallo sui negoziati per liberare gli ostaggi, si contano i morti tra le file dei soldati israeliani a Gaza – dieci solo sabato – e cresce il malcontento nelle piazze, da dove intanto è partita una "settimana di resistenza" con manifestazioni in tutto Israele per chiedere che si vada al voto entro il primo anniversario della guerra, il prossimo 7 ottobre. 

epaselect MIDEAST ISRAEL PALESTINIAN CONFLICT
epaselect MIDEAST ISRAEL PALESTINIAN CONFLICT

L’ultima scintilla fra i vertici politici e militari di Israele è nata da un comunicato, in apparenza innocuo, pubblicato dal portavoce militare, in inglese, per chiarire all’opinione pubblica internazionale – e alla Alta corte di giustizia dell’Aja – che Israele è sensibile alle necessità della popolazione civile di Gaza ed è impegnato ad accrescere il volume degli aiuti umanitari.

"A partire da sabato – affermava il comunicato – l’esercito rispetterà tutti i giorni una pausa tattica umanitaria di 11 ore, dalle 8 di mattina, lungo la strada che parte dal valico di Kerem Shalom", fra Israele e l’estremo sud di Gaza. La cartina geografica di accompagnamento indicava il tracciato indicato ai camion umanitari: ingresso nella arteria Sallah a-Din e poi verso nord, fino all’Ospedale europeo. A diversi chilometri di distanza cioè da Rafah, dove si combatte ancora.

Con la divulgazione di queste informazioni dalla radio militare, Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant hanno reagito con stizza, assicurando di essere stati colti di sorpresa.

In realtà, secondo i media, l’esercito si era basato su indicazioni generali ricevute dall’esecutivo per facilitare l’ingresso del maggior numero di camion umanitari, dopo la chiusura del valico di Rafah imposta dall’Egitto con l’inizio delle operazioni israeliani in quella zona. In definitiva, ha poi aggiornato la radio militare, i camion hanno poi transitato ieri sull’asse indicato loro dall’esercito.

Durissima la condanna dell’ultradestra israeliana, capitanata dal ministro Bezalel Smotrich che ha parlato sui social di un "annuncio delirante" dell’Idf, lamentando che "gli ‘aiuti umanitarì che continuano a raggiungere Hamas lo mantengono al potere e potrebbero mandare in malora i risultati della guerra". 

L’episodio è andato ad aggiungersi ad altre clamorose scollature al vertice. Ancora di recente il capo della polizia Yaakov Shabtai ha denunciato che il ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha dato istruzione agli agenti di non scortare convogli di aiuti umanitari diretti a Gaza, nonostante che il loro transito fosse stato approvato dal governo. Altri dissensi hanno riguardato il coinvolgimento della Francia in contatti diplomatici per un allentamento delle tensioni al confine col Libano (Gallant si oppone, il ministero degli Esteri è favorevole) e la controversa legge sull’esonero dalla leva degli ebrei ortodossi: Netanyahu la sostiene caldamente, mentre Gallant ed il capo di Stato maggiore gen. Herzi Halevi si oppongono con forza.

Ma le frizioni sono ben più profonde. "Gli obiettivi della guerra – ha ricordato ieri Netanyahu – non cambiano. Dobbiamo eliminare il potenziale di Hamas ed ho preso decisioni che non sempre erano condivise ai vertici militari". Una frecciata velenosa a Halevy secondo cui le operazioni militari a Gaza dovrebbero ora volgere al termine pur di liberare gli ostaggi e per preparare le forze in vista di un possibile confronto con gli Hezbollah. Nei social di destra vicini al premier i vertici militari sono ora accusati di debolezza. L’unico in grado di dare a Hamas filo da torcere, secondo quei social, è Netanyahu.