Domenica 22 Dicembre 2024
BEPPE BONI
Esteri

Scontro Israele-Iran. "È un ’gioco’ pericoloso. Da attacchi e rappresaglie può scoppiare una guerra"

Panero, analista del Cesi: Netanyahu non si fa condizionare dagli alleati. "Per gli iraniani lo Stato ebraico è un nemico storico da cancellare. Le diplomazie di Arabia Saudita e Giordania cercano di evitare l’escalation"

Roma, 17 aprile 2024 – I lampi dei droni e dei missili dell’Iran intercettati e distrutti nel buio del cielo d’Israele hanno aperto un nuovo filone di paura nel mondo. Gli esperti studiano e osservano uno scenario che non è mai come sembra ma rischia di trasformarsi in un’altra guerra aperta dopo l’Ucraina. Parola a Emanuele Panero, analista del Centro Studi internazionali.

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Panero, Israele minaccia di reagire alla pioggia di missili dell’Iran, è credibile che possa farlo nonostante lo stop degli Stati Uniti?

"Tutto dipende molto anche dalle dinamiche diplomatiche. La tendenza in questi mesi di Israele è sempre stata quella di muoversi con una certa libertà di manovra nonostante gli appelli dei Paesi partner anche su dimensioni non note. Lo si è visto a Gaza con le vittime civili. Con gli Usa risultano tensioni anche nei contatti informali".

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Quanto può andare avanti il ping pong degli annunci di attacchi e contrattacchi?

"Il problema non è il tempo, ma le modalità con cui può evolversi lo scenario. Se ad una rappresaglia ora segue una controrappresaglia il rischio è che l’intero gioco sfugga di mano e le reazioni non siano più misurate. E allora sarebbe guerra aperta. È la diplomazia internazionale che deve agire in fretta".

Israele sarebbe in grado politicamente e militarmente di affrontare l’apertura di un altro fronte con L’Iran?

"L’Iran ha sempre affermato che Israele deve essere cancellato e quindi per Tel Aviv è un nemico storico. I due Paesi non confinano ed eventualmente sarebbe un conflitto a lungo raggio con missili e droni che Israele, dotato di una significativa capacità militare, potrebbe sostenere. Ma se l’escalation si allarga il problema investe tutto l’Occidente".

Con l’attacco missilistico Tehe ran ha acquisito maggiore reputazione presso i gruppi che sostiene, come Hezbollah?

"l’Iran ha dimostrato al mondo di avere capacità militare per colpire Israele, anche se la qualità dell’attacco non è stata di grande efficacia. Lo aveva già fatto con gli strike in Iraq e Siria. Ovvio che rimane un segnale di forza e di sostegno anche ai partner che agiscono per l’Iran stesso nella Proxi war, la guerra per procura, in Libano e nel Mar Rosso".

Il burattinaio del terrore è in grado di usare di più e meglio Hamas, Hezbollah e Houthi sul piano militare?

"Certamente e ha la capacità di muovere anche altre milizie di tipo jihadista. E se ciò accadesse in modo coordinato sarebbe una eventualità preoccupante. Ma per ora non ci sono segnali diretti su questo fronte".

Perchè l’Arabia Saudita appoggia Israele in questa fase?

"L’attacco di Hamas del 7 ottobre ha favorito un ulteriore avvicinamento fra i due Paesi che era già in atto. Inoltre l’Arabia Saudita e gli altri vicini di casa regionali non hanno nulla da guadagnare da una eventuale escalation. Si muovono con la diplomazia affinchè non si vada oltre. In ogni caso la Giordania ha offerto le basi al decollo dei caccia francesi per neutralizzare droni e missili e l’Iraq ha concesso spazio agli assetti d’arma statunitensi".

La Giordania che peso ha nel gioco geopolitico?

"È in prima linea per sostenere Israele in una reazione misurata ma nello stesso tempo vuole evitare l’escalation. I Paesi dell’area sono tutti in stretto collegamento per mantenere la situazione, pur tesa, sotto controllo".

Il ruolo della Russia?

"Mosca è concentrata sull’Ucraina, ma nello stesso tempo ha legami noti con l’Iran che sostiene dietro le quinte. C’è uno scambio di assetti d’arma fra di essi. I droni utilizzati in Ucraina sono iraniani. Ma un conflitto regionale non giova alla Russia che sarebbe comunque distolta dal confronto con Kiev".

Le sanzioni contro Teheran possono avere effetto?

"Non nell’immediato, ma sono comunque uno strumento efficace nel tempo. Sono selettive e colpiscono determinati flussi".