L’uccisione di una giovane palestinese studentessa di giornalismo sta infiammando il campo profughi di Jenin (Cisgiordania) dove dall’inizio di dicembre le forze di sicurezza di Abu Mazen sono impegnate in operazioni di anti-terrorismo, in retate e in perquisizioni per sradicare le sempre più invadenti milizie radicali affiliate a Hamas e alla Jihad islamica. Shaza Sabbagh (foto), 22 anni, iscritta ai corsi di giornalismo della Università al-Quds, è stata colpita sabato mentre si trovava sulla porta di casa nel campo profughi di Jenin. Fonti locali affermano che è stata fulminata da un proiettile alle testa.
Sulla sua morte è subito infuriata una dura battaglia politica. Le forze di sicurezza palestinesi hanno affermato che è stata causata da "attaccanti che hanno sparato in diverse direzioni". "I criminali saranno puniti", ha aggiunto l’Autorità nazionale palestinese. La giovane era la sorella di Moatassem Sabbagh, un membro dell’ala militare di Hamas abbattuto giorni fa dai servizi di sicurezza di Abu Mazen. Sia Hamas sia la Jihad islamica hanno dunque accusato l’Anp di aver "assassinato Shaza per mettere a tacere una voce scomoda".
Ma mentre il campo profughi era in tumulto nel centro di Jenin è convenuta una folla di sostenitori di al-Fatah per celebrare il 60esimo anniversario della fondazione del movimento.
a.b.