Roma, 9 dicembre 2022 - La Croazia dal primo gennaio 2023 entrerà nell’area Schengen. Questo significa che non verranno più effettuati controlli sistematici alle frontiere interne verso i paesi che aderiscono al trattato di libera circolazione. In parole povere sarà molto più semplice muoversi verso Ungheria e Slovenia. Ma cos’è esattamente l’area Schengen? E perché Bulgaria e Romania ne sono rimaste fuori?
Il trattato
L'accordo di Schengen è stato firmato il 14 giugno 1985. Il trattato ha portato la maggior parte dei Paesi europei all’abolizione dei propri confini nazionali, per costruire un'Europa senza frontiere nota come area Schengen. Firmato in Lussemburgo, inizialmente da soli cinque paesi della Ue (Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo e Olanda), è di fatto uno dei più grandi risultati dell'integrazione all’interno dell'Unione europea. La soppressione delle frontiere interne richiede che gli Stati membri attuino rigorosamente misure di accompagnamento nei settori della frontiere esterne, frontiere interne, rimpatrio, visti, Sistema d'informazione Schengen (SIS), cooperazione tra le forze di polizia, protezione dei dati, uso delle armi da fuoco e cooperazione nel settore della giustizia.
Chi fa parte dell’area Schengen
Dal 2023, l'area Schengen sarà composta da 27 paesi, di cui quattro non membri dell'Unione europea. Due dei paesi non membri dell'Ue – Islanda e Norvegia – fanno parte dell'Unione nordica dei passaporti e sono ufficialmente classificati come Stati associati alle attività Schengen dell'Ue. La Svizzera è stata autorizzata a partecipare allo stesso modo nel 2008. Il Liechtenstein è entrato a far parte dell'area Schengen il 19 dicembre 2011. Di fatto, l'area Schengen comprende anche tre micro-Stati europei – Monaco, San Marino e Città del Vaticano – che mantengono le frontiere aperte o semiaperte con gli altri paesi membri di Schengen. L’Italia è entrata nell’area di libera circolazione nel 1990. Ecco la lista degli Stati che aderiscono al trattato: Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera. Fare parte dell’area Schengen è un obbligo per qualunque Stato membro della Ue. Solo l'Irlanda, che decenni fa ha negoziato una clausola di opt-out, e Cipro, che rimane divisa tra nord e sud, non hanno chiesto di entrare nell'area senza controlli alle frontiere interne.
Il veto su Bulgaria e Romania
L’Austria ha posto il veto sull’ingresso di Sofia e Bucarest nell’area Schengen. L’Olanda sosteneva la Romania, ma non la Bulgaria. Per entrare nell’area Schengen c’è bisogno dell’unanimità dei voti di chi fa parte dell’area. Per cui anche un solo Stato, se si mette di traverso, può bloccare l’ingresso di nuovi Paesi nella zona di libera circolazione.
Le ragioni del no
Vienna si è opposta a causa dell’arrivo di molti migranti in cerca di asilo attraverso la cosiddetta rotta balcanica. Una posizione che è emersa con prepotenza nelle ultime settimane e che ha sorpreso molti altri Stati membri. “L’Austria quest’anno ha avuto più di 100mila ingressi illegali, di cui 75mila non registrati. Siamo uno Stato interno, nel cuore dell’Europa e dell’area Schengen. Questo sistema non funziona”, ha fatto notare il ministro dell’Interno austriaco Gerhard Karner. L’Olanda si è invece opposta all’ingresso della Bulgaria per la mancata volontà da parte di Sofia di combattere la corruzione e il crimine organizzato.