
I sostenitori del presidente della Repubblica Srpska, Milorad Dodik, sventolano bandiere serbe (Ansa)
Forti tensioni in Bosnia, dove il 26 febbraio scorso, il Tribunale statale della Bosnia-Erzegovina, ha condannato Milorad Dodik, presidente della Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba del Paese. Il leader nazionalista serbo-bosniaco è accusato di aver approvato leggi che sconvolgono i già delicati equilibri interni. Fra queste c'è il divieto delle attività del Tribunale e della Procura statali, del Consiglio superiore della magistratura e dell'Agenzia statale per la sicurezza e la protezione, l'unica forza di polizia centrale. Il governo a Sarajevo ha accusato Dodik di colpo di Stato. Nel Paese i disordini vanno avanti da settimane. Un braccio di ferro istituzionale e interno su cui stanno prendendo posizioni anche all'estero. La Russia, dalla parte di Dodik, ha convocato un Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Ieri è arrivato nel Paese il Segretario Generale della Nato, Mark Rutte. Il numero uno del Patto Atlantico ha ribadito l'impegno a mantenere la stabilità e la sicurezza nel Paese, specificando che l'integrità territoriale del Paese è inscalfibile.